“Questo è stato il nostro ultimo saluto all’Unione Sovietica”. Nelle parole usate dal presidente ucraino Petro Poroshenko in Canada per riferirsi all’appena firmato Trattato di Associazione con l’Unione Europea si legge forse la volontà di addolcire l’esito del duro confronto con la Russia per il controllo delle regioni orientali.
Dopo mesi di feroce lotta e migliaia di morti il governo di Kiev e i guerriglieri filorussi hanno infatti siglato un cessate il fuoco, seguito pochi giorni fa da una legge per la regione del Donbas che gli garantisce maggiore autonomia. Eppure da entrambe le parti non c’è piena soddisfazione sulle condizioni, specialmente tra i deputati ucraini, che accusano la legge di essere una sorta di “capitolazione” verso Mosca. Continua a leggere Ucraina – La pace che non piace
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Ucraina, Georgia – La pericolosa ebbrezza del trionfo
Con la stessa penna del suo predecessore Viktor Yanukovich, il nuovo presidente ucraino Petro Poroshenko ha firmato oggi a Bruxelles la parte economica dell’accordo di associazione con l’Unione europea. Il rifiuto di questo stesso patto a novembre aveva scatenato la rivoluzione che di lì a poche settimane avrebbe rovesciato l’ex presidente, sconvolgendo il quadro politico e regionale con le conseguenze che conosciamo tutti.
Assieme all’Ucraina erano presenti i capi di Stato di altre due ex repubbliche sovietiche, la Moldavia e la Georgia, che hanno firmato anche loro l’accordo di associazione che segna un nuovo passo verso la loro integrazione in Europa. La scelta dei tre paesi non farà sicuramente piacere alla Russia, la quale a vent’anni dal crollo dell’URSS considera ancora questi territori legati ad una sua sfera d’influenza. Ma l’apparente trionfo potrebbe risultare indigesto anche per la stessa Europa. Continua a leggere Ucraina, Georgia – La pericolosa ebbrezza del trionfo
Ucraina – Oligarchia al cioccolato
Mentre ieri l’Europa registrava il malcontento di milioni di elettori, specialmente in Francia, Regno Unito e Danimarca, nell’Ucraina devastata dalla rivoluzione e da violente pulsioni separatiste si è votato invece per fare un altro passo nella sua direzione.
Come previsto da settimane di sondaggi sembra che il vincitore delle presidenziali sarà il magnate Petro Poroshenko, il quale avrebbe già strappato la vittoria al primo turno con una percentuale superiore al 55%. Per molti un uomo come lui sembra essere l’uomo giusto per mediare le profonde divisioni politiche, essendo un uomo incline al compromesso, o meglio un oligarca veramente adatto a tutte le stagioni.
Unione Europea – Che senso ha oggi votare per Bruxelles
I lettori che ci seguono da più tempo avranno notato che da quando abbiamo traghettato il nostro sito da Blogger a WordPress non ci siamo più occupati dell’Italia e dell’Occidente. Ciò da una parte è dovuto ad una precisa scelta editoriale che, come indicato anche nella sezione About, vuole dedicarsi soprattutto ai contesti emergenti, i quali nonostante siano meno chiacchierati possono covare potenzialità più interessanti dei ‘soliti attori’.
Per una volta tanto voglio fare un’eccezione dedicando qualche riga alle imminenti elezioni europee e voglio cogliere l’occasione per fare una riflessione su una realtà che, almeno dalle nostre parti, tende ad essere dipinta in maniera troppo stereotipata. E questo vale tanto per i neonazi(onalisti) che per gli europeisti che non vanno oltre la propaganda un po’ stucchevole degli spot che vediamo in questi giorni alla televisione.
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2014-1914 – I grandi imperi secondo Limes
Perché dopo cent’anni non ci decidiamo a lasciarci alle spalle la memoria dei vecchi imperi, di un passato che viene spesso strumentalizzato? Proprio perché l’attualità e la storia continuano a subire questi usi distorti.
Lo scambio di battute sopracitato tra un ospite del pubblico e il direttore di Limes Lucio Caracciolo è abbastanza esemplificativo dell’incontro che c’è stato oggi a Roma, presso la fondazione di studi romanisti Marco Besso, dedicato al nuovo numero della rivista di geopolitica ‘2014-1914 l’eredità dei grandi imperi.
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Russia, Cina – L’abbraccio del gas
Si chiama “Potere della Siberia”, ma non è l’incantesimo di qualche improbabile eroe della tundra. Si tratta invece del nome del primo gasdotto che dai giacimenti del lago Bajkal consentirà alla Russia, a partire dal 2017 secondo le stime più ottimistiche, di rifornire del suo metano un cliente che non passa certo inosservato: la Cina. A questo riguardo proprio oggi i due paesi hanno firmato a Shanghai un accordo commerciale della durata trentennale, il quale era atteso dal lontano 2004 e ha fatto discutere schiere di analisti per le conseguenze che è destinato a portare negli equilibri energetici e soprattutto geopolitici dell’area.
Ucraina – La Tana all’incontro GeopEC ‘Il puzzle ucraino’
Dal feudalesimo agli oligarchi, storia di una trappola perenne per un’Ucraina che entra ormai nel suo sesto mese di crisi. Mentre si susseguono le notizie di episodi di violenza tra il governo di Kiev e i ribelli filorussi delle regioni orientali, oggi a Roma si è tenuto un incontro per discutere delle origini e delle incognite future di un passaggio esacerbato dalla collocazione di questo paese.
L’evento faceva parte del Ciclo di Seminari intitolato ‘Quo vadis Europa? Quo vadis America?’ lanciato dall’Osservatorio geopolitico delle élite contemporanee (GeopEC) e dal Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi La Sapienza all’ex caserma Sani a via Principe Amedeo. Nella giornata di oggi hanno partecipato la direttrice di GeopEc, Rita Di Leo, il professor Marco Cilento e il dottorando Claudio Foliti, dottorando su una tesi riguardante proprio le élite ucraine e infine il giornalista del Manifesto, Tommaso Di Francesco.
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La Tana all’incontro ‘C’è spazio per il futuro. Geopolitica dello spazio e nuove frontiere’
“Non avremo l’accesso al mare, ma lo abbiamo per lo spazio!”. Queste parole dell’ambasciatore del Kazakhistan Andrian Yelemessov forse riassumono meglio di ogni altro intervento lo spirito dell’incontro che si è tenuto oggi nella Sala della Santa Sede “Pio XI” a Roma, intitolato ‘C’è spazio per il futuro. Geopolitica dello spazio e nuove frontiere’.
A far partire questa discussione sulla nuova corsa allo spazio e di cosa questo significhi nella nuova era multipolare è stata la collaborazione tra diversi thinktank come il Nodo di Gordio – il cui direttore responsabile Daniele Lazzeri ha annunciato una prossima collaborazione per il 2015 tra la rivista e la Farnesina), il centro studi Vox Populi, che insieme hanno approfittato dell’appuntamento anche per presentare il loro volume ‘Da Baikonur alle stelle. Il Grande Gioco spaziale’.
La Tana all’auditorium Enel per l’incontro ‘Il Brasile mondiale. Tra innovazione e tensioni sociali’
Lo hanno chiamato il Brics dal volto umano. È il Brasile, il gigante sudamericano che ha scalato le classifiche mondiali e si prepara ad ospitare due dei più grandi eventi internazionali come i Mondiali di calcio e i Giochi Olimpici del 2016. Si tratta di un’ascesa irresistibile o le prime avvisaglie avute lo scorso anno tra rallentamenti economici e rivolte sociali annunciano già i segni del declino?
Se n’è parlato oggi all’Auditorium Enel a Roma con un incontro organizzato tra la rivista Aspenia – per presentare il suo nuovo numero che dà il titolo all’evento – ISPI ed Enel, che ha visto inoltre la partecipazione di ospiti come Giulio Tremonti (presidente dell’Aspen Institute Italia, di cui è presente anche l’ex viceministro degli Esteri Marta Dassù come moderatrice), l’ambasciatore brasiliano a Roma Ricardo Neiva Tavares e il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani.
Azerbaijan – Tutti a corteggiare i signori del petrolio
“All’inizio l’Europa venne stata creata come una comunità del ferro e dell’acciaio. Sessantaquattro anni dopo […] è chiaro che dobbiamo andare in direzione di un’unione energetica”. A pronunciare queste parole è stato il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, in occasione della firma di oggi dell’Accordo di associazione con l’Ucraina, il primo passo per l’adesione di Kiev all’Unione europea.
Non è un caso che Van Rompuy abbia scelto quest’evento – durante il quale ha annunciato, facendo infuriare la Russia, analoghi accordi entro l’estate con la Georgia e la Moldavia – per aprire una nuova fase della strategia energetica dell’Ue. Tutti si aspettano che la difficile situazione in Ucraina, con le relative sanzioni che Occidente e Russia si stanno imponendo l’un l’altro, porterà inevitabilmente a rincari di gas e petrolio, almeno fino a quando l’Europa continuerà a dipendere quasi esclusivamente dalle forniture di Mosca. Il momento potrebbe dunque rispolverare alternative che si pensavano abbandonate in soffitta.
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