Thor: Ragnarok

Siamo ormai arrivati al diciassettesimo capitolo del Marvel Cinematic Universe e alla terza avventura del dio del tuono. Esce infatti il 25 ottobre Thor Ragnarok che riprende la storia dopo i fatti legati a Ultron.

Thor, in viaggio alla ricerca delle gemme dell’infinito, scopre che suo padre non è più su Asgard per mano di suo fratello Loki e riesce a trovare  Odino sulla Terra. E qui svela al figlio un terribile segreto su una grave minaccia: Hela, liberata dopo millenni e dea della morte, sta per sfidarlo per il trono di Asgard. Continua a leggere Thor: Ragnarok

Blade Runner 2049: epica maestosità replicante

Il futuro di Blade Runner è oggi. Siamo ormai molto vicini a quel 2019 descritto nel capolavoro di Ridley Scott e arriva domani al cinema il sequel del famosissimo film del 1982. Diretto questa volta da Denis Villeneuve, ma prodotto da Ridley Scott, si sposta trent’anni dopo la storia di Rick Deckard (Harrison Ford) esasperando ancor di più la visione disincantata e volutamente tetra del primo capitolo. Continua a leggere Blade Runner 2049: epica maestosità replicante

Catalogna: un disastro annunciato

Alla fine il voto c’è stato, nonostante le minacce e i tafferugli che hanno scosso la Catalogna questa prima domenica d’ottobre. Il risultato è anche piuttosto schiacciante con un 90% di preferenze per l’indipendenza dalla Spagna, anche se il numero dei votanti (poco più del 40%) e le modalità non proprio genuine della consultazione daranno un significato controverso a questo verdetto.

Comunque la si pensi quello che emerge dai fatti di ieri è un paese profondamente spaccato e in preda ad una crisi istituzionale senza precedenti che si poteva benissimo evitare o quantomeno contenere.

Il principale imputato di questa catastrofe è stato il premier spagnolo Rajoy, colpevole di aver forzato la situazione contro ogni ragionevolezza. Il suo ostruzionismo alle istanze catalane ha fatto sì che un fenomeno minoritario se non folkloristico come l’indipendentismo prendesse il sopravvento su un più sensato rafforzamento dell’autonomia. Inoltre ha deciso di usare il pugno di ferro non contro dei Black bloc o dei facironosi che volevano solo scatenare violenza come accade talvolta in una manifestazione, ma contro della gente che voleva andare solamente esprimere il proprio pensiero con il voto. Un comportamento di suo incompatibile con l’essenza stessa della democrazia, nutrito forse dall’illusione che si potesse risolvere la questione politica con la forza.

Se Rajoy avesse invece consentito il voto in modo sereno, con un serio dibattito come avvenuto nel Regno Unito con il referendum scozzese del 2014 probabilmente il clima politico non solo sarebbe stato più sereno, ma la maggioranza moderata dei catalani avrebbe valutato con più calma la questione invece di votare spinta dalla rabbia verso un governo che a parole e anche nei fatti sembra voler negare loro la facoltà di esprimersi .

Ora che questo braccio di ferro si è risolto malamente per Madrid a livello politico e soprattutto d’immagine, esso ha creato un pericoloso precedente nel resto del regno, dove non mancano altre comunità (Galizia, Andalusia, per non parlare dei Paesi Baschi) che potrebbero voler imitare l’esempio catalano.

Non è chiaro cosa succederà adesso, se la Catalogna dichiarerà veramente la sua indipendenza nelle prossime ore o se il governo di Madrid deciderà di andarci ancora più duro, magari inviando l’esercito. Di sicuro si è creata una spaccatura profonda, se non insanabile, tra due anime importanti dello stato spagnolo. Tutto questo per una classe politica che invece di ignorare gli eventi o sperare che in qualche modo rientrassero avrebbe dovuto governarli con saggezza ed intelligenza.

Un ultimo appunto sull’Europa, di cui pesa come un macigno il silenzio su tutta la vicenda. Ed è paradossale visto che gli stessi catalani si dichiarano comunque europeisti, forse anche più del resto degli spagnoli. Un’altra occasione persa che non gioverà al futuro politico dell’Unione, per la quale questa crisi rischia di essere ancora più destabilizzante di quello che fu l’anno scorso la Brexit.