“Anche i vecchi nemici hanno bisogno di trovare pace”. Queste parole sono di Shigeaki Mori, un anziano storico di Hiroshima che ha dedicato trent’anni a cercare informazioni sui prigionieri di guerra americani che come lui si trovavano nella città dove venne sganciata la prima bomba atomica della storia il 6 agosto 1945. Continua a leggere Giappone – Gli spettri di Hiroshima
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Afghanistan – La guerra dei chirurghi
Su un fronte ci sono i chirurghi tradizionali di Medici senza frontiere, quelli ancora equipaggiati con bisturi e tampone che si occupano di curare i malati dentro gli ospedali. Su quello opposto abbiamo i chirurghi di ultima generazione, quelli della NATO armati con missili fiammanti che servono a curare le democrazie o gli stati malati. Risultato di questo scontro impari: diciannove morti e trentasette feriti.
Errore umano o effetto collaterale, il bombardamento NATO sull’ospedale di Kunduz, in Afghanistan può essere chiamato come si vuole. Esso dimostra per l’ennesima volta i limiti dei cosiddetti raid mirati, il jolly con cui le grandi potenze sperano di vincere le guerre di oggi. Continua a leggere Afghanistan – La guerra dei chirurghi
Cina – In lotta per il libero scambio
L’aspetto forse più curioso dei vertici Apec (Asian-Pacific Economic Cooperation) è l’usanza di far indossare ai leader invitati un abito tipico del luogo in cui si tiene il summit, come fece ad esempio George W. Bush otto anni fa mostrandosi al pubblico con una sgargiante tunica azzurra vietnamita.
Molto più sobria è invece la casacca color vinaccia che Obama, Putin e Xi Jinping hanno dovuto indossare nell’edizione di quest’anno che si è tenuta in Cina. L’appuntamento è significativo non soltanto perché rappresenta una nuova occasione di confronto tra i presidenti americano e russo su molti dossier scottanti (Ucraina, Siria e Iran). L’apparente serafico padrone di casa spera infatti di sfruttare l’evento per anticipare le mosse dell’America e del suo ‘famigerato’ TPP. Continua a leggere Cina – In lotta per il libero scambio
Indonesia – Widodo, la scommessa per una grande potenza
Alcuni lo paragonano a Barack Obama, che ha passato la sua infanzia in questo sterminato arcipelago del sud-est asiatico. Dopo più di tre mesi dal voto presidenziale l’Indonesia ha finalmente un nuovo leader: Joko Widodo.
Sconfitto il rivale Parabowo Subianto, vicino agli ambienti militari che hanno governato con il pugno di ferro per decenni, il neo presidente ha di fronte a sé una sfida allo stesso tempo difficile e accattivante. Prima dovrà vincere le profonde contraddizioni del suo paese e solo allora potrà dargli il posto che merita nel mondo. Continua a leggere Indonesia – Widodo, la scommessa per una grande potenza
Cina – Un incerto braccio di ferro
Dopo una settimana di proteste e scontri violenti tra manifestanti e la polizia (più si dice qualche infiltrato delle triadi e simpatizzanti progovernativi) le piazze e le strade di Hong Kong si apprestano a tornare lentamente alla normalità.
Ho consapevolmente aspettato di trattare l’argomento in parte perché lo avevo già affrontato tempo fa, quando il malcontento era ancora in gestazione, in parte per non farmi coinvolgere dal facile entusiasmo dei media per una rivolta che i più ingenui ottimisti si auguravano potesse arrivare fino a Tian’anmen. O peggio replicare nel Porto Profumato lo stesso massacro del 1989. Continua a leggere Cina – Un incerto braccio di ferro
Afghanistan – Ghani, un presidente tra nuovi e vecchi timonieri
Dopo quasi sei mesi di stallo dal voto di aprile l’Afghanistan ha finalmente un nuovo presidente. Si chiama Ashraf Ghani e si era candidato già nel 2009, fermandosi ad un misero 2,94 % dei voti, quando tra gli sfidanti c’era ancora l’ingombrante Hamid Karzai.
Oggi è tutt’altra storia visto che Ghani ha ottenuto un più che rispettabile 55%. Si chiude così dopo 13 anni la lunga èra Karzai, alimentando le speranze di chi vuole che l’Afghanistan si emancipi dall’ombrello americano e possa incamminarsi in un percorso più democratico. Sarà veramente così? Continua a leggere Afghanistan – Ghani, un presidente tra nuovi e vecchi timonieri
Cina – Mercanti di tortura e di censura
Bastoni per l’elettroshock, mazze chiodate e manette sono diventate l’ultima moda dell’export made in China. È la denuncia di Amnesty International sul pericoloso traffico di strumenti di tortura che sta interessando sempre più aziende cinesi, che si mettono a pubblicizzare i loro prodotti come se fossero un giocattolo o lo smartphone all’ultimo grido.
Nello stesso tempo l’ONG punta il dito su un verdetto giudiziario che fa il paio con l’argomento, perché si è appena conclusa la triste vicenda del professore uiguro Ilham Tohti. Un esito il suo che risponde purtroppo alle peggiori attese.
Pakistan – Anniversario di tensione
Posti di blocco ovunque, migliaia di poliziotti sulle strade e persino l’interruzione temporanea dei servizi cellulari. Non si direbbe proprio un clima favorevole per celebrare il 67º anniversario dell’indipendenza del Pakistan dal dominio britannico e probabilmente questa giornata non sarà ricordata come il momento di festa che dovrebbe essere.
La tensione politica cresciuta in questi ultimi giorni ha alzato infatti lo stato di allerta a livelli preoccupanti, tanto che qualcuno teme l’eventualità di un colpo di stato militare, com’è avvenuto già in passato con tre golpe riusciti (1958, 1977 e 1999) e altrettanti falliti. Esiste davvero il rischio? Ma soprattutto cosa sta succedendo a Islamabad e dintorni che suscita così tanta preoccupazione? Continua a leggere Pakistan – Anniversario di tensione
Cina – Duello tra ombre rosse
Più di 300 persone appartenenti al mondo della politica o dell’imprenditoria sotto indagine e un tesoro immenso di 90 miliardi di yuan (circa 14 miliardi di dollari) messo sotto sequestro dalle autorità. Questi numeri impressionanti descrivono quello che si candida tranquillamente ad essere il più grande scandalo di corruzione nella storia della Cina comunista, ma anche un terremoto politico di proporzioni mai viste.
A prima vista l’evento risponderebbe alla lotta anticorruzione promessa dal nuovo presidente cinese Xi Jinping per ridare dignità ad un partito che dopo sessant’anni di regno ininterrotto sta diventando sempre meno attraente per le masse. Ma guardando a fondo si possono intravedere dei retroscena molto più interessanti, a cominciare dal protagonista il cui nome non viene mai fatto ufficialmente: Zhou Yongkang.
Indonesia – Giganti in cerca di una rotta
Urne paracadutate dagli elicotteri nei villaggi o consegnate dai motoscafi per centinaia di isole, non dimenticando quelle che sono state trasportate a dorso di cavallo tra i sentieri montuosi più impervi. C’è da farsi venire il mal di testa vedendo come funziona la terza (probabilmente la più complessa a livello logistico) democrazia del mondo: l’Indonesia.
Il paese-arcipelago – 17.000 le isole che lo compongono – questa settimana ha chiamato al voto più di cento milioni di elettori per eleggere il suo nuovo presidente. La sfida vede confrontarsi il governatore di Giacarta Joko Widodo e l’ex militare Prabowo Subianto, due uomini che nella giovane democrazia indonesiana hanno polarizzato il paese come non mai. Ciò perché sono l’incarnazione di valori molto diversi tra loro che potrebbero determinare non solo il futuro politico dell’Indonesia, ma quello dell’assetto regionale.
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