Archivi categoria: Africa subsahariana

Kenya – Il prezzo della sicurezza

Kenya murder“Silent enim leges inter arma” diceva Cicerone, ossia che le leggi tacciono in tempo di guerra. E questo vale tanto per le guerre tradizionali che per le guerre asimmetriche, come quella contro il terrorismo in cui il confine tra il legale e l’illegale è qualcosa di molto labile o semplicemente inesistente.

Negli Stati Uniti ad esempio stanno emergendo solo ora in via ufficiale particolari raccapriccianti sulle tecniche di tortura usate dalla CIA durante l’amministrazione di George W. Bush. La bufera sull’argomento non è però scoppiata solo in America. Dall’altra parte del mondo, in Kenya, una controversa legge promossa dal presidente Uhuru Kenyatta che per una parte del parlamento rappresenta “la morte della Costituizione”. Continua a leggere Kenya – Il prezzo della sicurezza

Burkina Faso – Rivoluzione fantoccio?

ZidaQuando tre anni fa nella capitale del Burkina Faso Ouagadougou esplose la protesta contro l’autoritario presidente Blaise Campaoré – in carica dal lontano 1987 dopo aver assassinato il suo predecessore Thomas Sankara – ci fu chi disse che anche in quell’angolo remoto dell’Africa occidentale fosse sbocciata una “primavera burkinabé”.

La fuga di Campaoré dalla capitale e i numerosi ammutinamenti dell’esercito, la fazione principale che lo sostiene, lasciavano presagire che presto la democrazia avrebbe trionfato anche in questo paese. Pochi si aspettavano che il presidente si sarebbe dimesso invece solo tre anni dopo, mettendo così fine all’ordine costituito che rappresentava. O forse no. Continua a leggere Burkina Faso – Rivoluzione fantoccio?

Nigeria – Tutti per uno contro Boko Haram

Abubakar Shekau10.000 morti in cinque anni, centinaia di rapimenti e decine di villaggi in preda ad un terrore che sembra non conoscere confini. Ora per schiacciare il Boko Haram gli stati africani coinvolti da questa minaccia hanno deciso di unire le forze. Se tutto andrà bene l’esercito interafricano che combatterà i jihadisti nigeriani sarà operativo dal prossimo novembre e conterà anche su un apposito quartier generale. Questo è almeno quanto hanno deciso i governi di Nigeria, Niger, Benin, Camerun e Ciad nell’incontro che si è tenuto questa settimana nella capitale nigerina Niamey. Continua a leggere Nigeria – Tutti per uno contro Boko Haram

Repubblica Centrafricana – Un déjà vu di caschi blu

IMG_0526Nei cinquantaquattro anni che vanno dalla sua indipendenza la Repubblica Centrafricana detiene un triste record: quello delle missioni internazionali di pace. Ce ne sono state circa una dozzina, ma non sono bastate per stabilizzare questo paese che dal colpo di stato dei guerriglieri musulmani Seleka di un anno e mezzo fa versa in una gravissima crisi politica e soprattutto umanitaria.
Dopo l’operazione francese Sangaris e quella africana MISCA è arrivato il turno delle Nazioni Unite – intervenuta già due volte da queste parti negli ultimi vent’anni – che da ieri hanno preso il comando con quasi 8.000 uomini nell’ambito della missione MINUSCA. Riuscirà il Palazzo di vetro a riesumare uno stato che è stato quasi del tutto eclissato dalla ferocia delle violenze interconfessionali? Continua a leggere Repubblica Centrafricana – Un déjà vu di caschi blu

Nigeria – La catastrofe che non dorme

IMG_0519Oggi in Galles, Regno Unito, i membri della NATO si stanno riunendo per discutere delle strategie da intraprendere in un mondo che il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Anders Fogh Rasmussen ha descritto ‘diverso’ dal passato. Si parlerà in particolare sul futuro ritiro in Afghanistan, che era il tema principale dell’incontro prima che nuove crisi come quella ucraina e del califfato ISIS in Medio Oriente s’imponessero come i dossier più caldi.
C’è però un altro fronte che continua a minacciare gli equilibri internazionali, nonostante sia stato quasi dimenticato dai media, dove c’era stato molto scalpore al riguardo con una popolare campagna sui social media. Stiamo parlando della Nigeria assediata dal gruppo islamico fondamentalista Boko Haram, colpevole oltre che di numerosi atti terroristici del rapimento di centinaia di ragazze nigeriane, per la cui liberazione si erano mobilitate su Twitter personalità come Michelle Obama. Il silenzio significa che è stato tutto risolto? Purtroppo no.

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Kenya – Un weekend di terrore

20140707-173043-63043325.jpgTrenta morti. Questo è il prezzo pagato dal Kenya nella serie di attacchi che lo scorso fine settimana hanno colpito varie località costiere del paese, tra cui il villaggio di Hindi e quello di Gamba. A Mombasa, più a sud, invece una turista di origine russa è stata aggredita da un gruppo armato mentre visitava un antico forte portoghese ed è morta successivamente in ospedale a causa delle ferite riportate.
Il governo e le forze di sicurezza puntano ancora una volta il dito contro gruppi politici locali, come il Consiglio Repubblicano di Mombasa, un movimento politico che rivendica l’indipendenza della costa dal resto del Kenya perché considera nulli i trattati che in piena decolonizzazione sancirono l’annessione di questi territori al governo di Nairobi. I fatti però di nuovo indicano come i responsabili potrebbero essere da cercare altrove. Continua a leggere Kenya – Un weekend di terrore

Kenya – La dura partita con al-Shabaab

20140617-182918-66558574.jpgMentre l’avanzata dell’ISIS in Iraq prosegue in modo sempre più feroce – agghiaccianti le immagini di esecuzioni di massa da parte dei miliziani che ricordano le deportazioni dei momenti più bui del Novecento – in un altro continente il terrorismo ha scatenato una guerra a prima vista meno intensa, ma con un prezzo di sangue che non ha nulla da invidiare alla carneficina che sta avvenendo nel cuore del Medio Oriente.
In soli due giorni due attacchi terroristici nella zona di Mpeketoni, una città costiera del Kenya occidentale, hanno causato poco meno di 60 morti, in prevalenza membri del forze dell’ordine e fedeli della maggioranza cristiana. Secondo il presidente Uhuru Kenyatta i responsabili della strage sarebbero delle non meglio precisate “reti politiche locali”, ma ben pochi hanno dubbi sul fatto che il vero mandante sia il gruppo fondamentalista islamico di origine somala al-Shabaab. Continua a leggere Kenya – La dura partita con al-Shabaab

Sud Sudan, Etiopia – Kerry vola (basso) in Africa

Congo KerryMentre i genitori delle studentesse rapite in Nigeria continuano a disperarsi per il governo di Abuja che brancola nel buio (o arresta chi lo critica troppo rumorosamente), il segretario di Stato americano John Kerry interviene sulla questione con parole solenni: “Faremo tutto il possibile, perché è la nostra responsabilità e la responsabilità del mondo”.
Certo sentirlo ad oltre 4000 chilometri di distanza non è la stessa cosa che farlo sul posto, perché Kerry ha parlato dalla lontana capitale etiope di Addis Abeba, dove ha iniziato il suo lungo tour in Africa. Il viaggio segue di poco quello del presidente Obama in Estremo Oriente, sebbene la scelta dei paesi interessati (Etiopia, Sud Sudan, Repubblica Democratica del Congo e Angola) sembra caratterizzarlo in maniera molto meno ambiziosa. Soprattutto perché i funzionari americani hanno toccato solo in modo indiretto gli scenari più problematici della regione, con l’unica eccezione del Sud Sudan.

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Nigeria – La tratta delle studentesse

20140430-160533.jpgQuanto può valere la vita di una ragazza? Nella Nigeria piegata dalla corruzione e dalla minaccia Boko Haram il prezzo si aggira intorno ai dieci dollari. Pare assurdo, ma stando alle testimonianze di un capo villaggio locale sarebbe questo il prezzo che i guerriglieri islamisti avrebbero pagato ai rapitori delle oltre duecento studentesse liceali provenienti dal nord-est del paese.
Le ragazze erano state portate via qualche settimana fa nel cuore della notte, ma fino ad oggi le autorità non sono riuscite a trovarle da nessuna parte, uccidendo nel corso delle ricerche anche decine di miliziani del Boko Haram, i quali controllano soprattutto le regioni settentrionali della Nigeria. Le ultime voci sulla loro sorte suonano davvero drammatiche.

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Somalia – Dalla Alpi ad Hassan, vent’anni di lotta per una libera informazione

20140319-173243.jpgQualche settimana fa, in prossimità della festa delle donne, si è svolta nella Sala Tobagi a Roma una manifestazione della Federazione nazionale della stampa italiana (Fsni) per parlare di un caso che ha fatto molto scalpore in Somalia. Si tratta della drammatica vicenda di Faduro Abdulkadim Hassan, una reporter diciannovenne che lo scorso autunno è stata stuprata e invece di ricevere giustizia è finita in prigione. La giovane lavorava a Kasmo Radio, uno dei pochi media liberi di un paese che, dopo vent’anni di lotte continue, ha forse dimenticato cosa sia la legalità.

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