Russia, Cina – L’abbraccio del gas

20140521-160914-58154298.jpgSi chiama “Potere della Siberia”, ma non è l’incantesimo di qualche improbabile eroe della tundra. Si tratta invece del nome del primo gasdotto che dai giacimenti del lago Bajkal consentirà alla Russia, a partire dal 2017 secondo le stime più ottimistiche, di rifornire del suo metano un cliente che non passa certo inosservato: la Cina. A questo riguardo proprio oggi i due paesi hanno firmato a Shanghai un accordo commerciale della durata trentennale, il quale era atteso dal lontano 2004 e ha fatto discutere schiere di analisti per le conseguenze che è destinato a portare negli equilibri energetici e soprattutto geopolitici dell’area.

Le cifre dell’accordo tra la russa Gazprom e la cinese China National Petroleum Corp (CNPC) sono veramente da capogiro: 38 miliardi di metri cubi all’anno di gas e circa 400 miliardi di dollari di valore complessivo. La trattazione si è dilungata di diverse ore a causa del prezzo, su cui i delegati di Beijing (Pechino) avrebbero tenuto duro fino all’ultimo.
Del resto i cinesi avevano buone ragioni per fare i difficili, visto che la lunghezza dei negoziati con la Russia li ha spinti nel frattempo a rivolgersi ad altri fornitori come il Turkmenistan, il Qatar, l’Australia o più recentemente anche il Myanmar. Inoltre l’accordo giunge in un momento particolarmente delicato per la stessa Russia, ovvero la crisi dell’Ucraina che rischia di compromettere il futuro del mercato europeo.

20140521-162127-58887807.jpgProbabilmente le incognite che pesano nel suo rapporto con l’Occidente, dove si studiano alternative non poco discusse come lo shale gas, ha spinto Mosca ad accelerare i tempi per concretizzare lo sbocco verso est. Ci sarà comunque bisogno d’importanti investimenti prima di godere dei primi benefici dell’accordo, poiché come abbiamo detto all’inizio del pezzo non esistono ancora infrastrutture adeguate per trasportare in Cina i volumi previsti di gas.
Raccogliere le decine di miliardi di dollari necessarie ad ammodernare le vetuste condotte di epoca sovietica potrebbe rivelarsi molto difficile per un’economia dalle crescenti difficoltà strutturali e adesso anche a rischio d’isolamento. Da questo punto di vista una mano potrebbe venire ancora una volta dai cinesi, i quali nonostante i vari dissapori con i vicini sono meno isolati a livello internazionale e hanno anche decisamente più soldi. Che poi la generosità di Beijing finisca per rafforzare o meno le possibilità della Russia si diventarne il junior partner è uno spettro capace di turbare il sonno anche di chi è ben distante dalle mura del Cremlino.

Fonte mappa RT/Gazprom

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