Archivi categoria: Asia Centrale

Afghanistan – La guerra dei chirurghi

mdfSu un fronte ci sono i chirurghi tradizionali di Medici senza frontiere, quelli ancora equipaggiati con bisturi e tampone che si occupano di curare i malati dentro gli ospedali. Su quello opposto abbiamo i chirurghi di ultima generazione, quelli della NATO armati con missili fiammanti che servono a curare le democrazie o gli stati malati. Risultato di questo scontro impari: diciannove morti e trentasette feriti.

Errore umano o effetto collaterale, il bombardamento NATO sull’ospedale di Kunduz, in Afghanistan può essere chiamato come si vuole. Esso dimostra per l’ennesima volta i limiti dei cosiddetti raid mirati, il jolly con cui le grandi potenze sperano di vincere le guerre di oggi. Continua a leggere Afghanistan – La guerra dei chirurghi

Afghanistan – Ghani, un presidente tra nuovi e vecchi timonieri

KarzaiDopo quasi sei mesi di stallo dal voto di aprile l’Afghanistan ha finalmente un nuovo presidente. Si chiama Ashraf Ghani e si era candidato già nel 2009, fermandosi ad un misero 2,94 % dei voti, quando tra gli sfidanti c’era ancora l’ingombrante Hamid Karzai.

Oggi è tutt’altra storia visto che Ghani ha ottenuto un più che rispettabile 55%. Si chiude così dopo 13 anni la lunga èra Karzai, alimentando le speranze di chi vuole che l’Afghanistan si emancipi dall’ombrello americano e possa incamminarsi in un percorso più democratico. Sarà veramente così? Continua a leggere Afghanistan – Ghani, un presidente tra nuovi e vecchi timonieri

Pakistan – Anniversario di tensione

IMG_0516Posti di blocco ovunque, migliaia di poliziotti sulle strade e persino l’interruzione temporanea dei servizi cellulari. Non si direbbe proprio un clima favorevole per celebrare il 67º anniversario dell’indipendenza del Pakistan dal dominio britannico e probabilmente questa giornata non sarà ricordata come il momento di festa che dovrebbe essere.
La tensione politica cresciuta in questi ultimi giorni ha alzato infatti lo stato di allerta a livelli preoccupanti, tanto che qualcuno teme l’eventualità di un colpo di stato militare, com’è avvenuto già in passato con tre golpe riusciti (1958, 1977 e 1999) e altrettanti falliti. Esiste davvero il rischio? Ma soprattutto cosa sta succedendo a Islamabad e dintorni che suscita così tanta preoccupazione? Continua a leggere Pakistan – Anniversario di tensione

Sri Lanka – Monaci da guerra

20140619-174504-63904268.jpgWataraka Vijitha Thero è un monaco cingalese molto meno conosciuto del Dalai Lama, sebbene sia salito agli onori della cronaca per un fatto molto spiacevole. È stato infatti trovato nella città di Panadura, a sud della capitale Colombo, dopo essere stato picchiato e denudato molto probabilmente da altri buddisti come lui. Il motivo? Aver osato criticare la loro violenza che avevano commesso pochi giorni prima contro la minoranza musulmana.
Dopo il Myanmar, dove sono anni che si parla dei gruppi di fanatici buddisti – tra cui il famigerato gruppo 969 – che hanno massacrato decine di musulmani Rohingya e costretto alla fuga diverse altre migliaia, anche lo Sri Lanka si sta dunque macchiando di un fenomeno che di per sé suonerebbe come una specie di ossimoro: la violenza buddista. Continua a leggere Sri Lanka – Monaci da guerra

Pakistan – Non è un paese per giornalisti

20140606-172222-62542509.jpgÈ risaputo che la televisione abbonda di elementi che fanno discutere, spesso purtroppo in negativo. Ma se da noi la storia si traduce spesso in classifiche come ‘I nuovi mostri’ di Striscia la Notizia, in uno stato dalle leggi severissime come il Pakistan uno scivolone può costare davvero molto caro. Specialmente se parliamo di religione, visto che un reato come la blasfemia è punibile addirittura con la pena di morte.
Lo sanno benissimo gli operatori di Geo TV, emittente indipendente con sede a Karachi, dove le proteste scatenate da un suo piccolo spettacolo musicale hanno attirato l’attenzione delle autorità, che proprio oggi gli hanno tolto la licenza di trasmettere. O meglio hanno approfittato dell’episodio per un regolamento di conti politico tra il governo e la rete che in realtà andava avanti da molto più tempo. Continua a leggere Pakistan – Non è un paese per giornalisti

Azerbaijan – Le religioni che lo hanno attraversato

20140603-182054-66054213.jpgDi’ tutta la verità ma dilla obliqua –
il successo è nel cerchio –
sarebbe troppa luce per la nostra
debole gioia
la superba sorpresa del vero –
Come il lampo è accettato dal bambino
se con dolci parole lo si attenua –
così la verità può gradualmente
illuminare – altrimenti ci accieca.

Emily Dickinson, poesia n.1129

Quando si pensa a concetti come la tolleranza o il dialogo spesso non si ha ben chiaro di quante siano le difficoltà su come metterli effettivamente in pratica. Nonostante la lunga tradizione nel mondo occidentale sull’argomento, le nostre società hanno a che fare con una mole d’informazioni così veloce e massiccia che risulta quasi impossibile evitare incomprensioni e attriti.
In un luogo apparentemente remoto, almeno per i media, esiste però un contesto dove la sovrapposizione degli influssi culturali non sembra aver generato i problemi che avvengono quasi ovunque. Si tratta dell’Azerbaijan, tema principale dell’incontro di oggi ‘L’Azerbaijan e le religioni che lo hanno attraversato’, che si è tenuto a Roma nella Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”, a cura del think tank Il Nodo di Gordio, del Centro Studi Vox Populi, del Centro Studi Politici Criticalia e dell’Associazione interparlamentare di amicizia Italia-Azerbaijan.

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India, Pakistan – Modi tende una mano a Sharif

20140527-161149-58309880.jpgSono passati la bellezza di 6 anni da quando i leader di India e Pakistan non si vedevano, a seguito del tragico attentato di Mumbai del novembre 2008 che costò la vita più di 160 persone. Da allora le relazioni tra i due paesi sono state sempre molto fredde, tanto che gli analisti temevano la vittoria alle recenti elezioni generali indiane del politico nazionalista Narendra Modi come nuovo elemento d’instabilità nell’area.
Proprio dal nuovo premier Modi è arrivato però un segnale inaspettato, ossia l’invito al su omologo pakistano Navaz Sharif alla cerimonia d’insediamento che si è svolta ieri a Nuova Delhi. Un evento che è una prima volta assoluta per due paesi che hanno combattuto tra di loro più di una guerra dalla fine del dominio britannico nel lontano 1947.

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Afghanistan – Il futuro dopo la NATO e Karzai

20140404-210936.jpgI talebani avevano promesso di rovinare la festa e non hanno mancato di tener fede alla loro parola. Alla vigilia delle presidenziali in Afghanistan, due giornaliste occidentali sono cadute vittima di un assalto con armi da fuoco durante una visita dal governatore del distretto orientale di Tanai. Una di loro, la fotografa tedesca dell’Associated Press Anja Niedringhaus (nella foto) è rimasta uccisa, mentre la sua collega canadese Katty Gannon versa al momento in gravi condizioni.
L’attentato purtroppo non è l’unico che ha accompagnato un voto che segnerà la definitiva uscita di scena di Hamid Karzai, al comando dello stato afgano dalla caduta del governo taliban nel 2001. Assieme a lui il 2014 chiuderà anche la lunga missione ISAF della NATO, senza la quale i più pessimisti credono che le istituzioni non tarderanno molto a disintegrarsi. In questi anni il governo di Kabul ha comunque lavorato per consolidare diverse alleanze regionali, confidando di non trovarsi allo scoperto davanti a nemici che stanno aspettando pazientemente la ritirata delle truppe straniere per fare nuovamente la loro mossa.

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India – La carica dei nazionalisti indù

 

20140325-171514.jpgQui è nato il padre dell’India moderna, Mahatma Gandhi, che l’ha scelto come il luogo per mettere in atto la celebre ‘marcia del sale’ del 1930 contro il Raj britannico. Oggi il Gujarat, stato dell’India nordoccidentale, è diventato anche un modello economico a cui imprenditori e classi urbane guardano con ammirazione per la sua crescita sorprendente.
Buona parte del merito se lo prende il suo attuale governatore (o ministro come si usa da queste parti), una sorta di maharaja locale che siede al potere dal lontano 2001. Lo stesso che non ha fatto quasi nulla dodici anni fa per contrastare una sanguinosa violenza interconfessionale, durante la quale il suo governo ha giocato nel migliore dei casi il ruolo di spettatore passivo. C’è infatti chi accusa il ministro del Gujarat di aver addirittura istigato lui stesso la rabbia degli indù che, per rappresaglia ad un incendio di un treno nel quale sono morti parecchi dei loro correligionari, avrebbero massacrato circa un migliaio di musulmani e distrutto decine di santuari e moschee. Il nome di questo personaggio controverso è Narendra Modi, ministro del Gujarat e leader del Bharatiya Janata Party (BJP), il partito nazionalista che quasi tutti i sondaggi danno per vincente alle prossime elezioni parlamentari indiane.

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Azerbaijan – Tutti a corteggiare i signori del petrolio

 

20140321-173321.jpg“All’inizio l’Europa venne stata creata come una comunità del ferro e dell’acciaio. Sessantaquattro anni dopo […] è chiaro che dobbiamo andare in direzione di un’unione energetica”. A pronunciare queste parole è stato il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, in occasione della firma di oggi dell’Accordo di associazione con l’Ucraina, il primo passo per l’adesione di Kiev all’Unione europea.
Non è un caso che Van Rompuy abbia scelto quest’evento – durante il quale ha annunciato, facendo infuriare la Russia, analoghi accordi entro l’estate con la Georgia e la Moldavia – per aprire una nuova fase della strategia energetica dell’Ue. Tutti si aspettano che la difficile situazione in Ucraina, con le relative sanzioni che Occidente e Russia si stanno imponendo l’un l’altro, porterà inevitabilmente a rincari di gas e petrolio, almeno fino a quando l’Europa continuerà a dipendere quasi esclusivamente dalle forniture di Mosca. Il momento potrebbe dunque rispolverare alternative che si pensavano abbandonate in soffitta.

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