Lo hanno chiamato il Brics dal volto umano. È il Brasile, il gigante sudamericano che ha scalato le classifiche mondiali e si prepara ad ospitare due dei più grandi eventi internazionali come i Mondiali di calcio e i Giochi Olimpici del 2016. Si tratta di un’ascesa irresistibile o le prime avvisaglie avute lo scorso anno tra rallentamenti economici e rivolte sociali annunciano già i segni del declino?
Se n’è parlato oggi all’Auditorium Enel a Roma con un incontro organizzato tra la rivista Aspenia – per presentare il suo nuovo numero che dà il titolo all’evento – ISPI ed Enel, che ha visto inoltre la partecipazione di ospiti come Giulio Tremonti (presidente dell’Aspen Institute Italia, di cui è presente anche l’ex viceministro degli Esteri Marta Dassù come moderatrice), l’ambasciatore brasiliano a Roma Ricardo Neiva Tavares e il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani.
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Brasile – I mondiali della vergogna
Il 10% dell’aumento del costo del biglietto. È bastato così poco a riempire nuovamente le strade di Rio de Janeiro di manifestanti pronti a sfidare la polizia, che ha dovuto rispondere con azioni di antisommossa.
L’agitazione, che ha causato una decina di feriti e molti arresti, ha rievocato nel paese lo spettro delle grandi rivolte dell’anno scorso, causate dai rincari nei trasporti e dal sentimento che la gente comune stia beneficiando poco o nulla dell’organizzazione degli imminenti mondiali di calcio in Brasile.