Un ritorno in grande stile, Carlo Verdone ci fa dimenticare in fretta L’Abbiamo fatta grossa, film che non ci aveva assolutamente convinto, tornando alla riscossa con una pellicola di ben altra caratura e molto più “fresca”: Benedetta Follia.
La più grande novità è infatti da ritrovare in sede di sceneggiatura: Pasquale Plastino, sceneggiatore che lavorava con Verdone dal 1996 (Sono pazzo di Iris Blond) viene qui sostituito da Nicola Guaglianone e Menotti, che sono stati anche autori dell’ottimo Lo chiamavano Jeeg Robot, portando così una ventata d’aria fresca e innovativa per il comico romano. Continua a leggere Benedetta Follia: il grande ritorno di Carlo Verdone→
La battaglia per l’imminente referendum costituzionale che ci ha accompagnato nelle ultime settimane ha ormai stancato molti di noi, al punto che non si vede l’ora di mettervi la parola fine questa domenica.
Questo per i toni ossessivi, se non apocalittici, tra i due fronti, attorno ai quali in molti si schierano più per simpatie politiche che per una scelta ponderata e consapevole. Molti cittadini del resto non masticano granché di diritto costituzionale, nemmeno conoscono la stessa Costituzione o il funzionamento delle nostre istituzioni per capire veramente quale sia la posta in gioco nel voto in questione.
La Tana nel suo piccolo vuole allora dare un suo contributo sui punti salienti della riforma, senza pregiudizi di parte, perché a essere fondamentale in un dibattito è un’analisi seria dei fatti e non la ripetizione ad oltranza di slogan che invece di arricchire l’opinione pubblica non fanno che convincere le rispettive fazioni. Continua a leggere Uno sguardo sulla riforma costituzionale→
Chi di voi non ci avrà giocato almeno una volta? Per tutti gli appassionati è ora arrivato il momento di vederlo al cinema: esce oggi nelle sale Angry Birds diretto da Clay Kaytis e Fergal Reilly. Continua a leggere Angry Birds: molto più di un videogioco→
Gli immigrati sono diventati una vera e propria ossessione nel nostro dibattito. Un po’ per l’insicurezza di questi tempi che induce molti italiani a non essere solidali con questa gente, soprattutto quando loro stessi hanno difficoltà per guadagnarsi da vivere e mantenere la propria famiglia.
Anche i mass media giocano la loro parte nello stimolare questa percezione, proponendo quasi ogni giorno immagini strazianti e degradanti di profughi accampati nelle varie città italiane, tra cui anche Milano e Roma. Spesso lo fanno senza sforzarsi di discutere seriamente il problema, perché non ne sono capaci o perché vogliono semplicemente sfruttare le passioni che l’argomento scatena per alzare gli ascolti. Chi ha davvero ragione? Chi vuole tenere lo braccia aperte o chi al contrario non vede l’ora di lanciare le ruspe alla carica? Continua a leggere Mediterraneo – Il vicolo cieco degli immigrati→
Ci sono miti capaci di sopravvivere a secoli di storia, mentre altri ne subiscono la forza per poi scomparire nell’oblio. Parlando delle Alpi nella prima categoria possiamo citare la leggendaria traversata del cartaginese Annibale e dei suoi elefanti per raggiungere Roma. Nel secondo caso invece pare essere destinato il segreto bancario della Svizzera e del Liechtenstein.
Questa settimana sono stati firmati infatti due accordi bilaterali tra l’Italia e i due paesi alpini che mettono fine ad una delle questioni più controverse nei loro rapporti, specialmente in tempi di crisi economica e lotta all’evasione fiscale. Continua a leggere Svizzera – Banche non tanto silenti→
Nel pieno della fuga generale erano gli ultimi ad essere rimasti in una Libia che fatichiamo ogni giorno di più a definire come uno Stato. Per un senso di responsabilità o per degli interessi ritenuti più importanti della loro stessa incolumità gli italiani erano diventati una presenza irriducibile, nonché uno degli ultimi contatti accreditati tra questo disgraziato paese e il mondo esterno.
Alla fine hanno dovuto abbandonare anche loro la scena, testimoniando con questa dipartita il fallimento totale della primavera libica e di tutte le belle speranze che l’avevano accompagnata. Ora si evoca persino l’eventualità di un nuovo intervento militare a mandato internazionale, di cui l’Egitto di al-Sisi ha già dato un primo assaggio bombardando le postazioni jihadiste nell’est del paese per vendicare i cristiani copti uccisi dai jihadisti locali. Considerando gli effetti del primo intervento di quattro anni viene da chiedersi se ne valga nuovamente la pena. Continua a leggere Libia – Game over→
Doveva andare a Bruxelles per dare uno scossone all’Europa, ma forse la spallata ha fatto più male a lui che alla vittima designata, sempre che poi l’abbia voluta effettivamente dare. Questa almeno è l’impressione che si ha tracciando un primo bilancio del semestre europeo a guida italiana firmato Matteo Renzi, il quale passa ora lo scettro alla Lettonia.
La presidenza Ue si è conclusa lo stesso giorno delle dimissioni di Giorgio Napolitano, aprendo uno scenario pieno d’incognite sul futuro del Quirinale. Non siamo comunque qui per discutere delle (spesso squallide) manovre che attenderanno la politica italiana nei prossimi giorni. Piuttosto resta da segnalare che il premier ha confermato in Europa un giudizio che molti hanno espresso già in patria: alle tante chiacchiere del debutto sono seguiti ben pochi fatti. Continua a leggere Unione Europea – Semestre annacquato→
Quando Ashgabat dichiarò la propria indipendenza dall’Unione Sovietica una ventina di anni fa, l’Italia fu uno dei primi paesi a riconoscere la neonata repubblica centrasiatica. Eppure fino allo scorso dicembre non esisteva ancora un’ambasciata italiana nel paese, mentre continua a non essercene una turkmena a Roma.
Proprio in questi giorni il premier Matteo Renzi si è recato in Turkmenistan per rafforzare i rapporti con un paese di cui qualche tempo fa avevamo già descritto le enormi potenzialità, soprattutto economiche. La visita ricopre dunque un’importanza notevole e ciò non soltanto dal punto di vista italiano, perché essendo Renzi anche presidente di turno dell’Unione europea aiuterebbe indirettamente quest’ultima a non restare troppo indietro per la delicata partita dello scacchiere centrasiatico. Continua a leggere Turkmenistan – Renzi il centrasiatico→
La geopolitica non va mai in vacanza, o quasi. Sabato 5 luglio sullo splendido altopiano di Montagnaga di Piné, in provincia di Trento, ci sarà infatti l’undicesima edizione del workshop “Metamorfosi del Globo, mutazioni e rivoluzioni della geopolitica”, il cui scopo è discutere dei cambiamenti più recenti che hanno interessato il panorama mondiale e delle strategie messe in atto per affrontare queste nuove sfide.
L’evento, organizzato dal think tank Il Nodo di Gordio, specializzato nella politica del Mediterraneo, Caucaso e Asia Centrale, e dal Centro Studi Vox Populi, che si occupa di approfondire la cultura e le tradizioni dei vari popoli, si articolerà nell’arco di un’intera giornata e vedrà la partecipazione di numerosi esperti e di ospiti come l’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata o Alexandr Dugin, consigliere del presidente russo Vladimir Putin. Continua a leggere Il destino della geopolitica in ‘Metamorfosi del globo’→
Dopo Obama anche il premier italiano Matteo Renzi si è lanciato in un lungo tour asiatico, con l’obiettivo di concludere affari che in questa parte di mondo si annunciano sempre più promettenti. Del resto i tre paesi interessati dal suo viaggio di quattro giorni sono attori di un certo rilievo, a cominciare dall’arcinota Cina, che si appresterebbe a sorpassare (per qualcuno lo avrebbe già fatto) gli Stati Uniti come prima economia mondiale.
Non sono attori da sottovalutare neppure il Vietnam e il Kazakhistan, paesi che a dispetto degli stereotipi e dell’apparente marginalità che continuano ad accompagnarli nell’immaginario occidentale stanno guadagnando terreno nelle classifiche mondiali. Ma perché Renzi ha scelto proprio questi due paesi rispetto a nomi più blasonati come India, Giappone o Corea del Sud. Continua a leggere Vietnam, Cina – Renzi a caccia d’Oriente→
Curiosi dei nuovi mondi, lontani dalle facili scorciatoie perché la vita risplende proprio nella sua complessità