Sono indispensabili per fabbricare la maggior parte delle tecnologie green (pannelli solari, pale eoliche o auto ibride), anche se per trovarle si rischia una catastrofe ambientale. Ma il loro utilizzo spazia in tantissime altre applicazioni, tra cui elettronica, medicina e ovviamente anche militare, che è una delle ragioni principali dell’interesse nei loro confronti.
Stiamo parlando delle terre rare, un insieme di 17 elementi chimici (scandio, ittrio e 15 appartenenti alla serie dei lantanoidi) che a dispetto della scarsa attenzione mediatica nei loro confronti potrebbero diventare un terreno (si perdoni il gioco di parole) di contesa geopolitica del XXI secolo come lo sono oggi petrolio e gas. Continua a leggere Terre rare, il nuovo idolo delle grandi potenze→
Avete presente quando siete stressati, irritabili, tesi, sopraffatti da scadenze e cose da fare, montagne insormontabili di cose da fare? C’è chi allora esce e va a correre, chi chiama la migliore amica, chi mangia una torta intera e chi… la torta la fa (essendo già andata a correre però!).
“L’offensiva potrebbe durare anni” è stato il commento del generale americano William Mayville sull’intervento dei volenterosi contro lo Stato Islamico (IS), dove si è assistito all’entrata in azione di peso della Francia. Che proprio ieri ha pagato il suo primo tributo di sangue con la decapitazione in Algeria di Hervé Pierre Gourdel, un turista transalpino catturato in Nord Africa da un gruppo jihadista vicino ai guerriglieri del califfato.
Che la natura delle operazioni convinca o meno – dei raid aerei difficilmente riusciranno a cancellare un’entità molto più strutturata dei terroristi tradizionali – c’è un altro elemento che va sondato, ovvero il coinvolgimento di tutte le potenze regionali nella risoluzione della crisi. E tra questi c’è anche l’Iran con il quale l’Occidente, nonostante l’ostilità di facciata, sta intessendo di nascosto un dialogo sempre più serrato. Continua a leggere Iran – Corteggiamenti nell’ombra→
Bastoni per l’elettroshock, mazze chiodate e manette sono diventate l’ultima moda dell’export made in China. È la denuncia di Amnesty International sul pericoloso traffico di strumenti di tortura che sta interessando sempre più aziende cinesi, che si mettono a pubblicizzare i loro prodotti come se fossero un giocattolo o lo smartphone all’ultimo grido.
Nello stesso tempo l’ONG punta il dito su un verdetto giudiziario che fa il paio con l’argomento, perché si è appena conclusa la triste vicenda del professore uiguro Ilham Tohti. Un esito il suo che risponde purtroppo alle peggiori attese.
“Questo è stato il nostro ultimo saluto all’Unione Sovietica”. Nelle parole usate dal presidente ucraino Petro Poroshenko in Canada per riferirsi all’appena firmato Trattato di Associazione con l’Unione Europea si legge forse la volontà di addolcire l’esito del duro confronto con la Russia per il controllo delle regioni orientali.
Dopo mesi di feroce lotta e migliaia di morti il governo di Kiev e i guerriglieri filorussi hanno infatti siglato un cessate il fuoco, seguito pochi giorni fa da una legge per la regione del Donbas che gli garantisce maggiore autonomia. Eppure da entrambe le parti non c’è piena soddisfazione sulle condizioni, specialmente tra i deputati ucraini, che accusano la legge di essere una sorta di “capitolazione” verso Mosca. Continua a leggere Ucraina – La pace che non piace→
Nei cinquantaquattro anni che vanno dalla sua indipendenza la Repubblica Centrafricana detiene un triste record: quello delle missioni internazionali di pace. Ce ne sono state circa una dozzina, ma non sono bastate per stabilizzare questo paese che dal colpo di stato dei guerriglieri musulmani Seleka di un anno e mezzo fa versa in una gravissima crisi politica e soprattutto umanitaria.
Dopo l’operazione francese Sangaris e quella africana MISCA è arrivato il turno delle Nazioni Unite – intervenuta già due volte da queste parti negli ultimi vent’anni – che da ieri hanno preso il comando con quasi 8.000 uomini nell’ambito della missione MINUSCA. Riuscirà il Palazzo di vetro a riesumare uno stato che è stato quasi del tutto eclissato dalla ferocia delle violenze interconfessionali? Continua a leggere Repubblica Centrafricana – Un déjà vu di caschi blu→
Il sesso a portata di tutti. Un tragico gioco erotico finisce per sbaglio su internet? Questo e altro ancora nella simpatica commedia Sex Tape – Finiti in rete diretta da Jake Kasdan nei cinema dall’11 settembre.
Annie (Cameron Diaz) e Jay decidono di dedicare un pomeriggio senza figli al rinnovamento della loro passione. L’amore tra di loro è forte ma qualcosa sembra essersi inceppato in fatto di intimità. Da qui l’idea che li condurrà in una travolgente avventura: fare un video porno con protagonisti loro stessi. Sfruttando un manuale dal titolo “Le gioie del sesso” i due si cimenteranno in questa nuova esperienza sessuale che per errore finirà in rete. Ogni tentativo per cancellare il video o eliminarlo li condurrà sempre più nei guai. Continua a leggere Sex Tape – Finiti in rete: l’umorismo nero di una commedia romantica→
Un’interpretazione magistrale di un grande Pierfrancesco Favino.
Ingrassato e con una lunga barba nel film è Mimmo, operaio e scagnozzo di una famiglia del malaffare. Esce oggi nelle sale Senza nessuna pietà per la regia di Michele Alhaique.
Roma, oggi, un muratore e nipote di un boss si divide tra un onesto lavoro e una seconda vita più oscura fatta di delinquenza. Unico ad avere una coscienza, Mimmo, vive nel clan Santili con a capo suo zio (interpretato da Ninetto Davoli) unico parente dopo l’uccisione del padre. Più per riconoscenza che per convinzione farà parte di una vita di ingiustizie fatta di recupero crediti e violenza. Ma tutto cambierà dopo aver salvato una ragazza, Tania, da uno stupro. Per riuscire a ricominciare con lei dovrà però affrontare il suo recente passato. Continua a leggere Senza nessuna pietà: viaggio nella Roma criminale→
Dall’annunciata ritirata dall’Iraq alla nuova coalizione dei volenterosi. La parabola mediorientale di Barack Obama somiglia ad un pendolo che dopo essersi allontanato dal ginepraio iracheno si vede costretto a ritornarci e rischia di essere catturato anche da nuovi buchi neri, come quello siriano. Proprio in questa regione il presidente americano ha annunciato ieri un nuovo impegno del suo paese al fine di schiacciare i guerriglieri dell’ISIS, che con il loro califfato e gli orrori pubblicizzati ovunque minacciano gli equilibri locali e anche quelli globali.
Ancora una volta la Casa Bianca ha tenuto a precisare che non si combatterà una nuova guerra – la crisi economica non va tanto d’accordo con gli avventurismi di Bush jr. – e che le operazioni militari faranno uso prevalentemente di raid aerei e obiettivi mirati. Malgrado i recenti successi nel nord dell’Iraq, le probabilità che questa ‘chirurgia militare’ non basti a cancellare del tutto la minaccia jihadista sono alte, senza contare che la timida quanto ambigua posizione Usa potrebbe destabilizzare ulteriormente la stabilità dell’area. Continua a leggere Siria – La diplomazia alla frutta→