Dopo sette anni dal suo annuncio il gasdotto South Stream che avrebbe dovuto rifornire l’Europa meridionale di gas russo, aggirando la sempre più “insidiosa” Ucraina, è stato definitivamente accantonato. A mettere la parola fine è stato lo stesso presidente Vladimir Putin, che durante una visita in Turchia ha commentato lapidario “se Bruxelles non lo vuole […] non sarà sviluppato”.
La mossa non giunge così inaspettata vista la crescente rivalità tra la Russia e l’Unione Europea per gli eventi ucraini di quest’anno, ma la fine del progetto ha comunque delle conseguenze economiche non da poco, visto che va a tagliare fuori molti importanti clienti per Mosca, Italia compresa. Continua a leggere Russia – Giochi col gas →
Quando Ashgabat dichiarò la propria indipendenza dall’Unione Sovietica una ventina di anni fa, l’Italia fu uno dei primi paesi a riconoscere la neonata repubblica centrasiatica. Eppure fino allo scorso dicembre non esisteva ancora un’ambasciata italiana nel paese, mentre continua a non essercene una turkmena a Roma.
Proprio in questi giorni il premier Matteo Renzi si è recato in Turkmenistan per rafforzare i rapporti con un paese di cui qualche tempo fa avevamo già descritto le enormi potenzialità, soprattutto economiche. La visita ricopre dunque un’importanza notevole e ciò non soltanto dal punto di vista italiano, perché essendo Renzi anche presidente di turno dell’Unione europea aiuterebbe indirettamente quest’ultima a non restare troppo indietro per la delicata partita dello scacchiere centrasiatico. Continua a leggere Turkmenistan – Renzi il centrasiatico →
Il mese appena trascorso aveva fatto ben sperare nell’andamento della crisi ucraina. Prima le aperture di Putin all’incontro Asem di Milano, dove sembrava riconoscere l’integrità del suo vicino; due settimane più tardi l’accordo sulle forniture di gas siglato tra Mosca, Kiev e Bruxelles, in cui si regolava anche la spinosa questione del debito che è uno dei punti più dolenti nella relazione tra russi e ucraini.
Non restava che attendere il passo successivo, ovvero il voto amministrativo locale che avrebbe dovuto costituire il primo passo per riconciliare il governo centrale con le regioni separatiste di Donetsk e Lugansk, teatro di una sanguinosa guerra fratricida. Alla fine il voto si è tenuto, ma in un modo che invece di proseguire il cammino di pace sta sconvolgendo nuovamente il delicato equilibrio tra Est e Ovest. Continua a leggere Ucraina – Verso un caldo inverno →
Si chiama “Potere della Siberia”, ma non è l’incantesimo di qualche improbabile eroe della tundra. Si tratta invece del nome del primo gasdotto che dai giacimenti del lago Bajkal consentirà alla Russia, a partire dal 2017 secondo le stime più ottimistiche, di rifornire del suo metano un cliente che non passa certo inosservato: la Cina. A questo riguardo proprio oggi i due paesi hanno firmato a Shanghai un accordo commerciale della durata trentennale, il quale era atteso dal lontano 2004 e ha fatto discutere schiere di analisti per le conseguenze che è destinato a portare negli equilibri energetici e soprattutto geopolitici dell’area.
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Cosa c’è dietro la diversificazione energetica? Pure logiche concorrenziali o le tradizionali politiche di potenza? Una domanda divenuta sempre più ricorrente in un contesto internazionale segnato dall’irrisolta crisi ucraina, a cui si è dedicata anche la rivista di geopolitica Limes nel suo ultimo numero “L’Ucraina tra noi è Putin”.
Continua a leggere La Tana all’Incontro TAP-Limes “Gas per l’Italia: scenari energetici dopo la crisi Ucraina”. →
Nel cuore dell’Asia giace un immenso tesoro nascosto nel deserto minacciato dai predoni. Suona come l’inizio di una favola, ma la descrizione calza a pennello per raccontare un paese che nonostante il trascorrere dei secoli ha mantenuto le stesse caratteristiche.
Ai tempi dell’ottocentesco Grande Gioco, quando gli uomini dello zar Nicola I e quelle britanniche della giovane regina Vittoria rischiavano la propria pelle per liberare degli schiavi dalle grinfie di un feroce Khan locale, questo luogo immaginifico si chiamava ancora Khiva. Oggi invece è conosciuto come Turkmenistan, sul quale gravano sempre grandi ricchezze, ma altrettanto grandi minacce.
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Mentre in Italia si discute di amnistia, ma soprattutto di eventuali beneficiari (leggi Silvio Berlusconi) in Russia le porte delle carceri continuano ad aprirsi per gli oppositori al potere. L’ultima riguarda anche un nostro connazionale, Cristian D’Alessandro attivista di Greenpeace a cui il tribunale di Murmansk (penisola di Kola) ) ha appena negato la libertà su cauzione. Continua a leggere Russia – La giustizia a caccia di attivisti →
Curiosi dei nuovi mondi, lontani dalle facili scorciatoie perché la vita risplende proprio nella sua complessità