Archivi tag: Asia Centrale

Turkmenistan – Renzi il centrasiatico

Turkmenistan tuboQuando Ashgabat dichiarò la propria indipendenza dall’Unione Sovietica una ventina di anni fa, l’Italia fu uno dei primi paesi a riconoscere la neonata repubblica centrasiatica. Eppure fino allo scorso dicembre non esisteva ancora un’ambasciata italiana nel paese, mentre continua a non essercene una turkmena a Roma.

Proprio in questi giorni il premier Matteo Renzi si è recato in Turkmenistan per rafforzare i rapporti con un paese di cui qualche tempo fa avevamo già descritto le enormi potenzialità, soprattutto economiche. La visita ricopre dunque un’importanza notevole e ciò non soltanto dal punto di vista italiano, perché essendo Renzi anche presidente di turno dell’Unione europea aiuterebbe indirettamente quest’ultima a non restare troppo indietro per la delicata partita dello scacchiere centrasiatico. Continua a leggere Turkmenistan – Renzi il centrasiatico

Afghanistan – Ghani, un presidente tra nuovi e vecchi timonieri

KarzaiDopo quasi sei mesi di stallo dal voto di aprile l’Afghanistan ha finalmente un nuovo presidente. Si chiama Ashraf Ghani e si era candidato già nel 2009, fermandosi ad un misero 2,94 % dei voti, quando tra gli sfidanti c’era ancora l’ingombrante Hamid Karzai.

Oggi è tutt’altra storia visto che Ghani ha ottenuto un più che rispettabile 55%. Si chiude così dopo 13 anni la lunga èra Karzai, alimentando le speranze di chi vuole che l’Afghanistan si emancipi dall’ombrello americano e possa incamminarsi in un percorso più democratico. Sarà veramente così? Continua a leggere Afghanistan – Ghani, un presidente tra nuovi e vecchi timonieri

Sri Lanka – Monaci da guerra

20140619-174504-63904268.jpgWataraka Vijitha Thero è un monaco cingalese molto meno conosciuto del Dalai Lama, sebbene sia salito agli onori della cronaca per un fatto molto spiacevole. È stato infatti trovato nella città di Panadura, a sud della capitale Colombo, dopo essere stato picchiato e denudato molto probabilmente da altri buddisti come lui. Il motivo? Aver osato criticare la loro violenza che avevano commesso pochi giorni prima contro la minoranza musulmana.
Dopo il Myanmar, dove sono anni che si parla dei gruppi di fanatici buddisti – tra cui il famigerato gruppo 969 – che hanno massacrato decine di musulmani Rohingya e costretto alla fuga diverse altre migliaia, anche lo Sri Lanka si sta dunque macchiando di un fenomeno che di per sé suonerebbe come una specie di ossimoro: la violenza buddista. Continua a leggere Sri Lanka – Monaci da guerra

Pakistan – Non è un paese per giornalisti

20140606-172222-62542509.jpgÈ risaputo che la televisione abbonda di elementi che fanno discutere, spesso purtroppo in negativo. Ma se da noi la storia si traduce spesso in classifiche come ‘I nuovi mostri’ di Striscia la Notizia, in uno stato dalle leggi severissime come il Pakistan uno scivolone può costare davvero molto caro. Specialmente se parliamo di religione, visto che un reato come la blasfemia è punibile addirittura con la pena di morte.
Lo sanno benissimo gli operatori di Geo TV, emittente indipendente con sede a Karachi, dove le proteste scatenate da un suo piccolo spettacolo musicale hanno attirato l’attenzione delle autorità, che proprio oggi gli hanno tolto la licenza di trasmettere. O meglio hanno approfittato dell’episodio per un regolamento di conti politico tra il governo e la rete che in realtà andava avanti da molto più tempo. Continua a leggere Pakistan – Non è un paese per giornalisti

India, Pakistan – Modi tende una mano a Sharif

20140527-161149-58309880.jpgSono passati la bellezza di 6 anni da quando i leader di India e Pakistan non si vedevano, a seguito del tragico attentato di Mumbai del novembre 2008 che costò la vita più di 160 persone. Da allora le relazioni tra i due paesi sono state sempre molto fredde, tanto che gli analisti temevano la vittoria alle recenti elezioni generali indiane del politico nazionalista Narendra Modi come nuovo elemento d’instabilità nell’area.
Proprio dal nuovo premier Modi è arrivato però un segnale inaspettato, ossia l’invito al su omologo pakistano Navaz Sharif alla cerimonia d’insediamento che si è svolta ieri a Nuova Delhi. Un evento che è una prima volta assoluta per due paesi che hanno combattuto tra di loro più di una guerra dalla fine del dominio britannico nel lontano 1947.

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Afghanistan – Il futuro dopo la NATO e Karzai

20140404-210936.jpgI talebani avevano promesso di rovinare la festa e non hanno mancato di tener fede alla loro parola. Alla vigilia delle presidenziali in Afghanistan, due giornaliste occidentali sono cadute vittima di un assalto con armi da fuoco durante una visita dal governatore del distretto orientale di Tanai. Una di loro, la fotografa tedesca dell’Associated Press Anja Niedringhaus (nella foto) è rimasta uccisa, mentre la sua collega canadese Katty Gannon versa al momento in gravi condizioni.
L’attentato purtroppo non è l’unico che ha accompagnato un voto che segnerà la definitiva uscita di scena di Hamid Karzai, al comando dello stato afgano dalla caduta del governo taliban nel 2001. Assieme a lui il 2014 chiuderà anche la lunga missione ISAF della NATO, senza la quale i più pessimisti credono che le istituzioni non tarderanno molto a disintegrarsi. In questi anni il governo di Kabul ha comunque lavorato per consolidare diverse alleanze regionali, confidando di non trovarsi allo scoperto davanti a nemici che stanno aspettando pazientemente la ritirata delle truppe straniere per fare nuovamente la loro mossa.

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India – La carica dei nazionalisti indù

 

20140325-171514.jpgQui è nato il padre dell’India moderna, Mahatma Gandhi, che l’ha scelto come il luogo per mettere in atto la celebre ‘marcia del sale’ del 1930 contro il Raj britannico. Oggi il Gujarat, stato dell’India nordoccidentale, è diventato anche un modello economico a cui imprenditori e classi urbane guardano con ammirazione per la sua crescita sorprendente.
Buona parte del merito se lo prende il suo attuale governatore (o ministro come si usa da queste parti), una sorta di maharaja locale che siede al potere dal lontano 2001. Lo stesso che non ha fatto quasi nulla dodici anni fa per contrastare una sanguinosa violenza interconfessionale, durante la quale il suo governo ha giocato nel migliore dei casi il ruolo di spettatore passivo. C’è infatti chi accusa il ministro del Gujarat di aver addirittura istigato lui stesso la rabbia degli indù che, per rappresaglia ad un incendio di un treno nel quale sono morti parecchi dei loro correligionari, avrebbero massacrato circa un migliaio di musulmani e distrutto decine di santuari e moschee. Il nome di questo personaggio controverso è Narendra Modi, ministro del Gujarat e leader del Bharatiya Janata Party (BJP), il partito nazionalista che quasi tutti i sondaggi danno per vincente alle prossime elezioni parlamentari indiane.

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Azerbaijan – Tutti a corteggiare i signori del petrolio

 

20140321-173321.jpg“All’inizio l’Europa venne stata creata come una comunità del ferro e dell’acciaio. Sessantaquattro anni dopo […] è chiaro che dobbiamo andare in direzione di un’unione energetica”. A pronunciare queste parole è stato il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, in occasione della firma di oggi dell’Accordo di associazione con l’Ucraina, il primo passo per l’adesione di Kiev all’Unione europea.
Non è un caso che Van Rompuy abbia scelto quest’evento – durante il quale ha annunciato, facendo infuriare la Russia, analoghi accordi entro l’estate con la Georgia e la Moldavia – per aprire una nuova fase della strategia energetica dell’Ue. Tutti si aspettano che la difficile situazione in Ucraina, con le relative sanzioni che Occidente e Russia si stanno imponendo l’un l’altro, porterà inevitabilmente a rincari di gas e petrolio, almeno fino a quando l’Europa continuerà a dipendere quasi esclusivamente dalle forniture di Mosca. Il momento potrebbe dunque rispolverare alternative che si pensavano abbandonate in soffitta.

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Turkmenistan – La silenziosa ascesa di Ashgabat

20140307-174027.jpgNel cuore dell’Asia giace un immenso tesoro nascosto nel deserto minacciato dai predoni. Suona come l’inizio di una favola, ma la descrizione calza a pennello per raccontare un paese che nonostante il trascorrere dei secoli ha mantenuto le stesse caratteristiche.
Ai tempi dell’ottocentesco Grande Gioco, quando gli uomini dello zar Nicola I e quelle britanniche della giovane regina Vittoria rischiavano la propria pelle per liberare degli schiavi dalle grinfie di un feroce Khan locale, questo luogo immaginifico si chiamava ancora Khiva. Oggi invece è conosciuto come Turkmenistan, sul quale gravano sempre grandi ricchezze, ma altrettanto grandi minacce.

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Pakistan – Un rapimento per tacere sulla guerra dei droni

20140212-164757.jpgKareem Khan aveva una buona ragione per detestare i droni, gli aerei senza pilota che sono diventati la nuova frontiera della lotta al terrorismo. Cinque anni fa uno di questi velivoli durante un suo attacco nel Nord Waziristan, situata nella caldissima regione tribale confinante con l’Afghanistan e meglio conosciuta come FATA, gli aveva ucciso il fratello e il figlio. Per questa tragedia Kareem aveva avviato una causa legale, che metteva in accusa la stessa CIA.
La sua storia lo avrebbe presto trasformato in uno dei capifila del movimento anti-drone in Pakistan, ragion per cui era prevista in questi giorni una sua visita a Londra, dove avrebbe testimoniato per far luce su un programma militare che ha complicato non poco le relazioni tra Washington e Islamabad. Probabilmente sono state preoccupazioni del genere a spingere qualcuno ad arrestarlo e a farlo sparire dalla circolazione prima che si potesse imbarcare. Continua a leggere Pakistan – Un rapimento per tacere sulla guerra dei droni