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Yemen – La rivolta dei nastri gialli

APTOPIX Mideast YemenAlla fine ci è scappato il primo morto e vista la tensione potrebbero essercene anche degli altri. Sta degenerando sempre di più la protesta del clan sciita degli Houthi, che da settimane si sono piazzati a migliaia nella capitale Sanaa per chiedere al governo le sue dimissioni e il ripristino dei sussidi per il carburante.

Nonostante i manifestanti avessero adottato metodi di protesta non violenti, ossia di disobbedienza civile simboleggiata dai nastri gialli che indossano, le forze dell’ordine hanno reagito nel peggiore dei modi. Perché tanta ferocia nei confronti degli Houthi? Continua a leggere Yemen – La rivolta dei nastri gialli

Pakistan – Anniversario di tensione

IMG_0516Posti di blocco ovunque, migliaia di poliziotti sulle strade e persino l’interruzione temporanea dei servizi cellulari. Non si direbbe proprio un clima favorevole per celebrare il 67º anniversario dell’indipendenza del Pakistan dal dominio britannico e probabilmente questa giornata non sarà ricordata come il momento di festa che dovrebbe essere.
La tensione politica cresciuta in questi ultimi giorni ha alzato infatti lo stato di allerta a livelli preoccupanti, tanto che qualcuno teme l’eventualità di un colpo di stato militare, com’è avvenuto già in passato con tre golpe riusciti (1958, 1977 e 1999) e altrettanti falliti. Esiste davvero il rischio? Ma soprattutto cosa sta succedendo a Islamabad e dintorni che suscita così tanta preoccupazione? Continua a leggere Pakistan – Anniversario di tensione

Venezuela – Bolivar in panne

20140703-175155-64315186.jpgUltimamente uno dei metodi più gettonati in Venezuela di ricompattare l’opinione pubblica è quello di comparire in televisione per annunciare un nuovo complotto contro la vita del presidente Nicolas Maduro. Durante questi drammatici annunci vengono mostrate anche le prove contro i sedicenti attentatori, come ad esempio le mail appartenenti a vari personaggi dell’opposizione come María Corina Machado, fondatrice dell’associazione civile Súmate, o Diego Arria, membro dello staff dell’ex presidente Carlos Andrés Peréz.
A causa di queste accuse molte persone sono finite subito in prigione o vengono etichettate come spie al servizio di Washington. Sembra tuttavia che molte delle mail in questione siano dei falsi clamorosi. Alcune di loro sarebbero state modificate ad arte da mail scritte anni prima, mentre in altri casi dai database di Google risulterebbe che non sarebbero state mai inviate. Che il rischio di “magnicidio” sia fondato o meno, esso impallidisce davanti alla pietosa situazione in cui versa l’intero paese.

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