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Terrorismo – Gli omofobi tifano per lo Stato Islamico?

IsFosse stato un bacio etero non sarebbe successo nulla”. Per quanto opinabili le parole di Carlo Taormina, avvocato ed ex deputato di Forza Italia, sulla strage di Orlando, in Florida, non suonano così fuori luogo se guardiamo alla reazione non proprio unanime all’uccisione lo scorso 12 giugno di una cinquantina di persone in un locale gay.

L’omicida Omar Mateen che ha rivendicato quanto fatto in nome dello Stato Islamico, non pare aver scatenato la stessa indignazione avuta per i fatti parigini del 2015 o altri eventi simili. Ha addirittura stuzzicato una certa opinione pubblica che quasi “legittima” questo tipo di violenza se si tratta di colpire quelli che vengono considerati dei deviati. Si può forse parlare di convergenza tra omofobia e terrorismo? Continua a leggere Terrorismo – Gli omofobi tifano per lo Stato Islamico?

Africa still rising – La promessa africana secondo l’ISPI

ISPI Africa“Nell’ultimo decennio sei delle nazioni che sono cresciute di più al mondo sono africane”. Sentire una cosa del genere può suonare strano a chi è abituato a pensare all’Africa come un luogo senza speranza, dove povertà e violenza sono realtà endemiche da anni.

Eppure molti analisti fino a pochi anni fa erano già usciti da questo drammatico immaginario collettivo, prospettando al continente un futuro pieno di prospettive. L’autorevole settimanale britannico Economist ad esempio nel 2011 fece uscire un suo numero in cui l’Africa volava come un variopinto aquilone verso orizzonti migliori.   Continua a leggere Africa still rising – La promessa africana secondo l’ISPI

Yemen – Guerra e pace 

Yemen civil warDopo un’assenza dovuta ad impegni lavorativi eccomi di nuovo a scrivere di questa politica internazionale sempre più caotica. Dimenticate la Siria, la Libia o l’Iraq come se queste crisi si fossero magicamente risolte da sé, il tema caldo adesso è quanto sta succedendo in Yemen.

Di quanto stia messo male questo paese ne avevamo già parlato in precedenza, anche se l’attenzione mediatica si è svegliata solamente ora che la crisi ha iniziato a contagiare i paesi vicini. Ma a far discutere sono le contraddizioni che essa rivela dietro l’apparente distensione che ha accompagnato le trattative sul nucleare iraniano.  Continua a leggere Yemen – Guerra e pace 

Arabia Saudita – Il panino di sabbia

Salman“Il re è morto! Viva il re!” si diceva un tempo ad ogni trapasso di un monarca. “Chissà quanto durerà il prossimo” verrebbe da aggiungere parlando della casta degli al-Saud, i quali hanno appena vissuto un grave lutto con la scomparsa di re Abdullah bin Abdulaziz, che se fosse sopravvissuto fino ad agosto avrebbe festeggiato contemporaneamente 10 anni di regno e ben 91 primavere.

Ora gli succede il fratello Salman (nella foto qui sopra), che di primavere ne ha ‘solo’ 79, non proprio una garanzia di stabilità politica per la più potente petromonarchia del Medio Oriente. Ma a minacciare il futuro dell’Arabia Saudita non è soltanto l’età avanzata che contraddistingue sempre i suoi leader, quanto una serie di manovre politiche del passato che invece di accrescerne l’influenza regionale gli si potrebbero ritorcere contro in modo fatale. Continua a leggere Arabia Saudita – Il panino di sabbia

Je suis Charlie – Medioevo da Terzo Millennio

>>>ANSA/TERRORE A PARIGI, 12 MORTI IN ASSALTO A 'CHARLIE HEBDO'Libertà d’espressione contro il silenzio imposto dal terrorismo, barbarie contro civiltà, cittadini contro immigranti. In questi giorni drammatici in Francia molti hanno interpretato gli eventi opponendo un valore ad un altro, a seconda della propria sensibilità o anche di squallide convenienze politiche.

Quel che preoccupa di più in questa tragedia, non è tanto il pericolo di uno scontro tra un bene e un male, ma lo spettro di un caos che sta prendendo il sopravvento sulla volontà di migliorare i mali della nostra società. Continua a leggere Je suis Charlie – Medioevo da Terzo Millennio

Kenya – Il prezzo della sicurezza

Kenya murder“Silent enim leges inter arma” diceva Cicerone, ossia che le leggi tacciono in tempo di guerra. E questo vale tanto per le guerre tradizionali che per le guerre asimmetriche, come quella contro il terrorismo in cui il confine tra il legale e l’illegale è qualcosa di molto labile o semplicemente inesistente.

Negli Stati Uniti ad esempio stanno emergendo solo ora in via ufficiale particolari raccapriccianti sulle tecniche di tortura usate dalla CIA durante l’amministrazione di George W. Bush. La bufera sull’argomento non è però scoppiata solo in America. Dall’altra parte del mondo, in Kenya, una controversa legge promossa dal presidente Uhuru Kenyatta che per una parte del parlamento rappresenta “la morte della Costituizione”. Continua a leggere Kenya – Il prezzo della sicurezza

Nigeria – Tutti per uno contro Boko Haram

Abubakar Shekau10.000 morti in cinque anni, centinaia di rapimenti e decine di villaggi in preda ad un terrore che sembra non conoscere confini. Ora per schiacciare il Boko Haram gli stati africani coinvolti da questa minaccia hanno deciso di unire le forze. Se tutto andrà bene l’esercito interafricano che combatterà i jihadisti nigeriani sarà operativo dal prossimo novembre e conterà anche su un apposito quartier generale. Questo è almeno quanto hanno deciso i governi di Nigeria, Niger, Benin, Camerun e Ciad nell’incontro che si è tenuto questa settimana nella capitale nigerina Niamey. Continua a leggere Nigeria – Tutti per uno contro Boko Haram

Nigeria – La catastrofe che non dorme

IMG_0519Oggi in Galles, Regno Unito, i membri della NATO si stanno riunendo per discutere delle strategie da intraprendere in un mondo che il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Anders Fogh Rasmussen ha descritto ‘diverso’ dal passato. Si parlerà in particolare sul futuro ritiro in Afghanistan, che era il tema principale dell’incontro prima che nuove crisi come quella ucraina e del califfato ISIS in Medio Oriente s’imponessero come i dossier più caldi.
C’è però un altro fronte che continua a minacciare gli equilibri internazionali, nonostante sia stato quasi dimenticato dai media, dove c’era stato molto scalpore al riguardo con una popolare campagna sui social media. Stiamo parlando della Nigeria assediata dal gruppo islamico fondamentalista Boko Haram, colpevole oltre che di numerosi atti terroristici del rapimento di centinaia di ragazze nigeriane, per la cui liberazione si erano mobilitate su Twitter personalità come Michelle Obama. Il silenzio significa che è stato tutto risolto? Purtroppo no.

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Kenya – Un weekend di terrore

20140707-173043-63043325.jpgTrenta morti. Questo è il prezzo pagato dal Kenya nella serie di attacchi che lo scorso fine settimana hanno colpito varie località costiere del paese, tra cui il villaggio di Hindi e quello di Gamba. A Mombasa, più a sud, invece una turista di origine russa è stata aggredita da un gruppo armato mentre visitava un antico forte portoghese ed è morta successivamente in ospedale a causa delle ferite riportate.
Il governo e le forze di sicurezza puntano ancora una volta il dito contro gruppi politici locali, come il Consiglio Repubblicano di Mombasa, un movimento politico che rivendica l’indipendenza della costa dal resto del Kenya perché considera nulli i trattati che in piena decolonizzazione sancirono l’annessione di questi territori al governo di Nairobi. I fatti però di nuovo indicano come i responsabili potrebbero essere da cercare altrove. Continua a leggere Kenya – Un weekend di terrore