Nel cuore dell’Asia giace un immenso tesoro nascosto nel deserto minacciato dai predoni. Suona come l’inizio di una favola, ma la descrizione calza a pennello per raccontare un paese che nonostante il trascorrere dei secoli ha mantenuto le stesse caratteristiche.
Ai tempi dell’ottocentesco Grande Gioco, quando gli uomini dello zar Nicola I e quelle britanniche della giovane regina Vittoria rischiavano la propria pelle per liberare degli schiavi dalle grinfie di un feroce Khan locale, questo luogo immaginifico si chiamava ancora Khiva. Oggi invece è conosciuto come Turkmenistan, sul quale gravano sempre grandi ricchezze, ma altrettanto grandi minacce.
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Alla fine in India ha vinto l’intolleranza. Quattro anni dopo la sentenza dell’Alta Corte di Delhi che aveva aperto la strada verso l’abrogazione dell’articolo 377 del Codice penale. Questa legge che risale all’epoca del dominio britannico e puniva chiunque avesse rapporti omosessuali con ben dieci anni di reclusione o addirittura l’ergastolo, un comportamento che secondo i giudici della capitale non costituiva più reato.