Tra coloro che avevano deciso di schierarsi apertamente al suo fianco era arrivato persino Chuck Norris, una mossa che i seguaci di Nonciclopedia e dei Facts leggeranno come un intervento divino di cui Netanyahu aveva veramente bisogno.
Prima delle elezioni infatti contro il premier israeliano remava un sacco di gente: la comunità internazionale, gli (ex?) alleati americani e i sondaggi politici del giorno prima che alla prova dei fatti – qui ne sappiamo bene qualcosa – si sono rivelati un colossale abbaglio. Continua a leggere Israele – Bibi e il trionfo degli antieroi →
Interviste pilotate, guardie che ti accompagnano fin dentro la cabina elettorale e trasferimenti forzati ai seggi. All’indomani del voto alle presidenziali siriane le voci da parte occidentale sui presunti brogli alle urne si rincorrono a più non posso. Le proteste comunque difficilmente rovineranno la festa a Bashar al Assad, che con il 88% di preferenze sui deboli candidati dell’opposizione (dei figuranti secondo i ribelli) riconferma la sua dinastia alla guida del paese per altri sette anni.
Il risultato era lungamente annunciato come in Egitto e Ucraina, due contesti che hanno suscitato reazioni più accomodanti nella comunità internazionale, segno che la legittimità o meno del candidato dipende in larga misura dalla sua collocazione geopolitica. La vittoria di Assad ha sicuramente ridato fiducia al regime, ma da qui a sostenere che essa sia il preludio del suo trionfo nella guerra civile ce ne vuole molto. Continua a leggere Siria – Elezioni di un paese fantasma →
Secondo gli osservatori dell’Unione Europea, il voto alle presidenziali egiziane che si è svolto questa settimana è stato “libero e democratico”. Difficile crederlo con un vincitore, il generale Abdel Fattah al-Sisi, che ha ottenuto una percentuale superiore al 93%, un numero degno da regime dispotico.
Nonostante la vittoria di al-Sisi fosse annunciata da settimane, addirittura da prima che si candidasse ufficialmente, il risultato solleva più di qualche dubbio sullo stato di salute della politica egiziana. A questo riguardo c’è un altro dato molto preoccupante, che potrebbe compromettere già in partenza la legittimità del nuovo presidente: sebbene i giorni per votare alla fine siano stati tre invece che due, l’affluenza alle urne non avrebbe raggiunto nemmeno il 50%. Continua a leggere Egitto – Il trionfo dimezzato →
Tredici anni fa uno stimato professore d’Istanbul chiamato Ahmet Davutoglu ha pubblicato un libro che gli studiosi di politica turca degli anni successivi avrebbero spesso richiamato per spiegare l’ascesa apparentemente irresistibile della Turchia di Erdogan. Quel testo si chiama Profondità strategica e il suo autore, che nel 2009 sarebbe diventato l’attuale Ministro degli Esteri di Ankara, professava un approccio internazionale molto più intraprendente del passato.
Obiettivo primario della strategia di Davutoglu è quello di rafforzare i rapporti con gli Stati vicini per consolidare il ruolo della Turchia come ponte tra Europa e Medio Oriente, una collocazione per certi versi molto simile a quanto accadeva ai tempi d’oro dell’impero ottomano. Quando Davutoglu è diventato Ministro le sue idee sembravano aver trovato l’occasione di dare finalmente i loro frutti. Cinque anni e numerosi sconvolgimenti dopo sarà ancora così?
Continua a leggere Turchia – Il biennio perduto di Erdogan →
Che senso ha votare per eleggere un parlamento che comunque vada garantisce automaticamente al partito di governo più della metà dei seggi? Devono aver pensato i sostenitori dell’opposizione che nel manifestare contro il voto farsa hanno però scatenato un clima da vera e propria guerriglia, come pure il bilancio che registra una ventina di morti e centinaia di feriti. Continua a leggere Bangladesh – Urne di sangue →
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Curiosi dei nuovi mondi, lontani dalle facili scorciatoie perché la vita risplende proprio nella sua complessità