Una personalità magnetica non può essere annientata, il suo istinto e il suo diritto all’esistenza non potranno essere fermati.
Humandroid scritto e diretto da Neill Blomkamp, dal 9 aprile nelle sale, è la storia del droide Chappie. Un’intelligenza artificiale creata non soltanto per difendere ma e sopratutto per evolversi e migliorarsi. Tutto questo mentre il governo chiede solo dei robot per la sicurezza, degli automi senz’anima. La lotta per l’indipendenza e la sopravvivenza di Chappie sconvolgerà tutto e tutti.
Interpretato da Hugh Jackman (Vincent Moore) nell’insolito ruolo del cattivo, Sigourney Weaver (Michelle Bradley) e da Dev Patel (Deon Wilson) il film pone all’attenzione una tematica molto delicata: esiste un modo per non soffocare un sogno, una personalità, di fronte ad interessi strategici e politici? Ambientato interamente nella città di Johannesburg la vicenda si pone a metafora della vita umana, del lavoro e del tentativo di rendere la società più conforme.
In questo contesto il pensiero autonomo di Chappie è visto come una minaccia ad un ordine precostituito: questi automi con compiti di sicurezza devono essere totalmente al servizio del sistema, una propria evoluzione non è prevista. Inclinazioni, gusti e paure non sono ammesse.
Inevitabile in questi tempi difficili di precarietà esistenziale e lavorativa l’immedesimazione con Chappie.