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Plumcake al cioccolato e… zucchine!

Plumcake al cioccolato e… zucchine!
Plumcake al cioccolato e… zucchine!

Mai pensato ad inserire le zucchine in un dolce?!? Se le carote ormai sono un grande classico in formato torta, le zucchine – ortaggio che finalmente torna ad essere di stagione ora (!) – siamo abituati a mangiarle sopratutto come contorno o condimento per un primo piatto, al massimo ripiene.

La ricetta di oggi invece usa le zucchine come ingrediente segreto di questo goloso plumcake al cioccolato, conferendogli la giusta umidità e consistenza. La base è la farina di grano saraceno, in modo da essere senza glutine, che si combina con cacao e cioccolato fondente. Non c’è bisogno di alcun tipo di latticino – questa torta è quindi anche senza lattosio – perché uova e zucchine grattugiate costituiscono la componente liquida del dolce.

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Israele – Bibi e il trionfo degli antieroi

netanyahu electionsTra coloro che avevano deciso di schierarsi apertamente al suo fianco era arrivato persino Chuck Norris, una mossa che i seguaci di Nonciclopedia e dei Facts leggeranno come un intervento divino di cui Netanyahu aveva veramente bisogno.

Prima delle elezioni infatti contro il premier israeliano remava un sacco di gente: la comunità internazionale, gli (ex?) alleati americani e i sondaggi politici del giorno prima che alla prova dei fatti – qui ne sappiamo bene qualcosa – si sono rivelati un colossale abbaglio. Continua a leggere Israele – Bibi e il trionfo degli antieroi

Libia – Game over

LibyaNel pieno della fuga generale erano gli ultimi ad essere rimasti in una Libia che fatichiamo ogni giorno di più a definire come uno Stato. Per un senso di responsabilità o per degli interessi ritenuti più importanti della loro stessa incolumità gli italiani erano diventati una presenza irriducibile, nonché uno degli ultimi contatti accreditati tra questo disgraziato paese e il mondo esterno.

Alla fine hanno dovuto abbandonare anche loro la scena, testimoniando con questa dipartita il fallimento totale della primavera libica e di tutte le belle speranze che l’avevano accompagnata. Ora si evoca persino l’eventualità di un nuovo intervento militare a mandato internazionale, di cui l’Egitto di al-Sisi ha già dato un primo assaggio bombardando le postazioni jihadiste nell’est del paese per vendicare i cristiani copti uccisi dai jihadisti locali. Considerando gli effetti del primo intervento di quattro anni viene da chiedersi se ne valga nuovamente la pena. Continua a leggere Libia – Game over

Arabia Saudita – Il panino di sabbia

Salman“Il re è morto! Viva il re!” si diceva un tempo ad ogni trapasso di un monarca. “Chissà quanto durerà il prossimo” verrebbe da aggiungere parlando della casta degli al-Saud, i quali hanno appena vissuto un grave lutto con la scomparsa di re Abdullah bin Abdulaziz, che se fosse sopravvissuto fino ad agosto avrebbe festeggiato contemporaneamente 10 anni di regno e ben 91 primavere.

Ora gli succede il fratello Salman (nella foto qui sopra), che di primavere ne ha ‘solo’ 79, non proprio una garanzia di stabilità politica per la più potente petromonarchia del Medio Oriente. Ma a minacciare il futuro dell’Arabia Saudita non è soltanto l’età avanzata che contraddistingue sempre i suoi leader, quanto una serie di manovre politiche del passato che invece di accrescerne l’influenza regionale gli si potrebbero ritorcere contro in modo fatale. Continua a leggere Arabia Saudita – Il panino di sabbia

Egitto – Il sogno sepolto

al sisiCon il recente proscioglimento in appello dell’ex rais Hosni Mubarak dall’accusa per aver ucciso centinaia di manifestanti nel 2011 la parabola politica egiziana sembra aver compiuto il suo ciclo per tornare esattamente al punto di partenza. Come se non fosse successo proprio niente in questi ultimi quattro anni.

All’indomani della sentenza il procuratore generale ha parlato di errori dei giudici e ha annunciato un imminente ricorso alla Corte Suprema per calmare una piazza il cui fallimento ha comunque ben poco da spartire con il destino del vecchio tiranno. Continua a leggere Egitto – Il sogno sepolto

Tunisia – Al largo i giovani

BejiIn un Levante preda dell’anarchia e del terrore dell’IS il normale svolgimento di elezioni democratiche si profila come un’oasi che sopravvive in un deserto di sabbie mobili. Questa è l’impressione che si può avere raccogliendo i vari commenti occidentali sulle legislative in Tunisia, considerata l’unico successo di una stagione altrimenti devastante per il resto della regione.

Superando di oltre dieci seggi il partito che ha governato il paese negli ultimi tre anni, gli islamisti di Ennhada, i laici di Nidaa Tounes si aggiudicano questo round politico sperando di bissare portando alla presidenza il loro leader ultraottantenne Béji Caid Essebsi (nella foto). L’alternanza suggerirebbe una maturazione politica invidiabile a vicini come la Libia e l’Egitto, dove le istituzioni vengono cambiate con la forza delle armi invece che di quella delle urne. Continua a leggere Tunisia – Al largo i giovani

Libia – Guerra tra bande

20140729-165049-60649897.jpgTripoli è in fiamme. Ieri un deposito di carburante di Tripoli ha preso fuoco e i pompieri sarebbero riusciti a spegnerlo in tempo se i combattimenti delle vicinanze non li avessero costretti a ritirarsi, mentre l’incendio si propagava ad un altra cisterna rendendo la situazione un incontrollabile rischio ambientale. La Libia è in fiamme. L’elezione del nuovo Parlamento sembrava potesse dare nuova legittimità alle deboli istituzioni di Tripoli, ma l’implacabile guerra di fazione ha rapidamente smorzato ogni entusiasmo e avvicinato la minaccia di uno smembramento del paese.
Le situazioni descritte sopra sono solo apparentemente diverse, ma hanno in comune due elementi che hanno accompagnato la Libia del dopo-Gheddafi come una maledizione: l’illusione che le cose potessero normalizzarsi prima o poi e il momento in cui essa deve fare i conti con delle milizie che stanno prendendo il sopravvento in un paese che non è mai rinato. Inutile semplificare tutto nell’ennesimo scontro tra islamisti e democratici. Sarebbe meglio parlare di una guerra tra bande di predoni. Continua a leggere Libia – Guerra tra bande

Egitto – Il regno incontrastato dei militari

20140623-172540-62740817.jpgLa settimana prossima sarà passato un anno dalla caduta del presidente egiziano Mohamed Morsi. All’indomani di quel traumatico evento nel paese scattò immediatamente la caccia ai seguaci dei Fratelli Musulmani. Oltre ai militanti veri e propri vennero colpiti anche i giornalisti appartenenti alla rete televisiva Al Jazeera, con sede in Qatar, che è stato peraltro il principale sponsor del partito di Morsi.
Tra le decine di episodi di violenza e arresti che hanno coinvolto gli operatori di Al Jazeera, il più eclatante è stato quello che ha visto come protagonisti il giornalista di origine australiana Peter Greste e i suoi due colleghi egiziani Mohamed Fahmy e Baher Mohamed. I tre sono stati arrestati al Cairo nel dicembre 2013 e sono rimasti nella prigione di Tora della capitale aspettando per oltre sei mesi un verdetto che è arrivato solamente oggi. Continua a leggere Egitto – Il regno incontrastato dei militari

Egitto – Il trionfo dimezzato

20140530-162544-59144637.jpgSecondo gli osservatori dell’Unione Europea, il voto alle presidenziali egiziane che si è svolto questa settimana è stato “libero e democratico”. Difficile crederlo con un vincitore, il generale Abdel Fattah al-Sisi, che ha ottenuto una percentuale superiore al 93%, un numero degno da regime dispotico.
Nonostante la vittoria di al-Sisi fosse annunciata da settimane, addirittura da prima che si candidasse ufficialmente, il risultato solleva più di qualche dubbio sullo stato di salute della politica egiziana. A questo riguardo c’è un altro dato molto preoccupante, che potrebbe compromettere già in partenza la legittimità del nuovo presidente: sebbene i giorni per votare alla fine siano stati tre invece che due, l’affluenza alle urne non avrebbe raggiunto nemmeno il 50%. Continua a leggere Egitto – Il trionfo dimezzato

Libia – Haftar ci riprova

20140519-184708-67628947.jpgTre mesi dopo un golpe che era apparso a molti come una mezza pagliacciata, il generale libico Khalifa Haftar è tornato in azione per “salvare il suo paese” dalla minaccia degli islamisti. Questa volta invece di limitarsi a fare un annuncio con un video, Haftar – un ex generale di Gheddafi abbandonato dal colonnello durante la guerra con il Ciad negli anni ottanta – ha deciso di fare le cose davvero in grande. Venerdì scorso i suoi seguaci hanno lanciato infatti una vera e propria offensiva militare a Bengasi, dove hanno seminato panico e distruzione con ogni tipo di mezzi, compresi i bombardamenti aerei.
L’entità di un assalto del genere conferma ancora una volta le difficoltà di uno Stato che a tre anni dalla caduta di Gheddafi ha ceduto il posto ad una brutale lotta per la sopravvivenza, esattamente come succede in Siria, ma con l’aggravante che qui il governo è assolutamente incapace di organizzarsi come l’efficiente (quanto spietato) apparato repressivo del clan Assad.

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