Da oggi i riscaldamenti saranno più salati per l’Europa. La compagnia energetica russa Gazprom ha annunciato che, a causa dei debiti non saldati dell’Ucraina, le tariffe del gas che passerà attraverso questo paese andranno dai 270 dollari per mille metri cubi a quasi 400. Viste le circostanze attorno alla crisi di Crimea la brutta notizia era aspettata da tempo, l’unico dubbio al riguardo era piuttosto quando Gazprom si sarebbe decisa a fare questa mossa.
Parallelamente all’attesa si è fatto un gran discutere su come diversificare l’indipendenza energetica dell’Europa. Un alternativa l’abbiamo già discussa anche qui, parlando degli oleodotti che dal Medio Oriente e dall’Asia Centrale ci consentirebbero di aggirare le forniture di Mosca. Assieme a questi progetti ambiziosi che guardano all’esterno, vengono considerate anche delle opzioni per rilanciare invece la produzione interna. Una di queste è il controverso shale gas, su cui vogliono puntare soprattutto i paesi che sentono più forte il fiato di Mosca sul collo, ovvero quelli dell’Europa orientale.
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