A quasi tre anni dalla morte del sanguinario Gheddaffi non si ferma la decomposizione della Libia come stato. Dopo la fuga in massa degli ambasciatori da Tripoli è stata la volta del governo, che ha spostato tutti gli uffici e ministeri nella città orientale di Tobruk, ricordata ai più per esser stata assediata nella seconda guerra mondiale dal celebre generale tedesco Erwin Rommel.
Oggi non c’è più la svastica o i panzer a minacciare questa città, ma una galassia di miliziani che con le loro mitragliatrici, razzi e pick up hanno lentamente ma inesorabilmente tolto il tappeto da sotto i piedi delle autorità libiche. E la sfida da combattere per quest’ultime diventa ogni giorno più insormontabile. Continua a leggere Libia – Il fantasma di sabbia →
Tripoli è in fiamme. Ieri un deposito di carburante di Tripoli ha preso fuoco e i pompieri sarebbero riusciti a spegnerlo in tempo se i combattimenti delle vicinanze non li avessero costretti a ritirarsi, mentre l’incendio si propagava ad un altra cisterna rendendo la situazione un incontrollabile rischio ambientale. La Libia è in fiamme. L’elezione del nuovo Parlamento sembrava potesse dare nuova legittimità alle deboli istituzioni di Tripoli, ma l’implacabile guerra di fazione ha rapidamente smorzato ogni entusiasmo e avvicinato la minaccia di uno smembramento del paese.
Le situazioni descritte sopra sono solo apparentemente diverse, ma hanno in comune due elementi che hanno accompagnato la Libia del dopo-Gheddafi come una maledizione: l’illusione che le cose potessero normalizzarsi prima o poi e il momento in cui essa deve fare i conti con delle milizie che stanno prendendo il sopravvento in un paese che non è mai rinato. Inutile semplificare tutto nell’ennesimo scontro tra islamisti e democratici. Sarebbe meglio parlare di una guerra tra bande di predoni. Continua a leggere Libia – Guerra tra bande →
Un filmato diffuso pochi giorni fa dalla rete mostra le immagini di un edificio apparentemente abbandonato, dove un gruppo di persone viene fatto inginocchiare da un gruppo di uomini armati. Tra le persone piegate a terra ci sono degli adulti con la kefiah, il velo tradizionale dei popoli mediorientali, ma anche dei ragazzini con delle t-shirt colorate.
Attendono tutti in silenzio, mentre i loro sequestratori in uniforme e cappuccio si mettono a chiacchierare davanti alla telecamera, come se stessero girando un filmato amatoriale durante una vacanza. Forse anche per questo lo spettatore rimane scioccato dal momento in cui i miliziani alzano improvvisamente i loro fucili e fanno fuoco per massacrare le persone davanti a loro, non avendo pietà neppure per gli adolescenti. Questa è ISIL, il volto sempre più mostruoso dell’inferno siriano.
Continua a leggere Siria – La bestia nera della guerra contro Assad →
Si apre oggi a Montreaux, in Svizzera, la conferenza di pace conosciuta anche come Ginevra 2 per discutere una soluzione alla lunga guerra civile siriana. La vigilia dell’incontro è stata caratterizzata dalla proposta del segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon d’invitare al tavolo dei negoziati l’Iran, incontrando la ferma opposizione dei ribelli siriani che hanno minacciato di boicottare l’appuntamento. Per questo la comunità internazionale ha deciso di fare marcia indietro, lasciando così fuori da questo importantissimo confronto un paese il cui peso regionale risulta invece determinate per un’eventuale accordo.
Continua a leggere Siria – Ginevra 2, una perdita di tempo? →
Più di tre anni fa un gruppo di navi cariche di aiuti umanitari salpava dalle coste di Cipro alla volta della Striscia di Gaza. Lo scopo di questo viaggio non era solo quello di portare soccorso ad una popolazione martoriata dall’isolamento, ma soprattutto forzare il blocco navale imposto dall’esercito israeliano sui Territori palestinesi.
Il resto è storia nota: le forze israeliane abbordarono le navi per costringerle ad arrendersi, ma su una di esse, la Mavi Marmara, l’equipaggio si ribellò finendo per contare tra le sue fila nove morti. Le vittime erano tutti militanti dell’IHH, una ONG turca con sede a Istanbul che con quell’incidente sarebbe divenuta nota in tutto il mondo. Oggi l’associazione ha fatto parlare di sé in termini ancora una volta molto controversi. Continua a leggere Siria – L’ONG che mette in imbarazzo il governo turco →
Altro che situazione sotto controllo. Ad una settimana dai primi scontri nella capitale Juba che hanno sfiorato il colpo di Stato e hanno spinto il presidente Kiir imporre il coprifuoco, la ribellione dell’ex vicepresidente Riek Machar ha alzato decisamente il tiro prendendosela non solo con le truppe governative, ma anche con i soldati ONU che ha iniziato a sua volta il ritiro di tutto il “personale non necessario” verso l’Uganda. Il passo da qui alla guerra civile appare più breve che mai. Continua a leggere Sud Sudan – I ribelli di Machar al contrattacco. Juba ad un passo dall’assedio →
Quando si parla di Salva Kiir viene subito alla mente il suo sorriso giovale e l’inconfondible enorme cappello da cowboy nero che lo fa sembrare più un proprietario di un ranch che il presidente del più giovane Stato africano, il Sud Sudan nato appena due anni e mezzo fa.
Ma quando Kiir è comparso lunedì pomeriggio alla stampa il suo viso era molto più grave del solito come pure il suo abbigliamento con uniforme mimetica da militare. Fino a poche ore prima nelle strade della capitale Juba si stava combattendo una battaglia tra i seguaci di Kiir e il suo rivale Riek Machar. Una guerra che accompagna il paese da prima dell’indipendenza e che si aggiunge alla miriade di problemi che rischiano di trasformare il Sud Sudan in uno dei tanti stati falliti della regione. Continua a leggere Sud Sudan – Kiir e Machar ad un passo dalla guerra civile →
41.788081
12.384455
All’indomani dell’accordo raggiunto tra Stati Uniti e Russia sullo smantellamento dell’arsenale chimico di Bashar al-Asad, la comunità internazionale si è affrettata a salutare questa proposta come un’inaspettata ancora di salvezza. Per Obama era l’unico modo di evitare un conflitto impopolare e dagli esiti molto incerti; a Putin (il principale promotore dell’idea) ciò ha consentito di guadagnarsi un po’ di prestigio ed evitare la perdita di un importante alleato regionale; infine ai principali rivali del Golfo (Israele, Arabia Saudita, Iran) non è dispiaciuto il mantenimento di un caos che in fondo garantisce molta più stabilità di un accelerato cambio di regime. Ma nonostante siano già passati alcuni mesi la situazione nonostante la minore attenzione dei media è ben lungi dall’essere migliorata. Continua a leggere Siria – L’incognita dello smaltimento delle armi chimiche →
41.852896
12.417371
Curiosi dei nuovi mondi, lontani dalle facili scorciatoie perché la vita risplende proprio nella sua complessità