Questa settimana si è aperto un nuovo capitolo della guerra totale di Recep Tayyip Erdogan. A scatenare le ire dell’onnipotente premier turco è stata la diffusione di alcune intercettazioni telefoniche tra lui e il figlio Bilal proprio nei giorni dello scandalo finanziario che ha travolto diversi membri del suo partito AKP (Giustizia e Sviluppo).
Il contenuto della conversazione ha subito mobilitato l’opposizione che chiede addirittura l’esilio del primo ministro, mentre per il diretto interessato si tratterebbe invece dell’ennesimo “attacco meschino” orchestrato dalla cricca del suo arcirivale Fethullah Gulen (nella foto). Una cosa è certa: mai prima d’ora la reputazione di Erdogan era stata messa in discussione in modo così diretto.