“Todos somos americanos”. Questa frase detta ieri da Obama rievoca parole dette più di cinquant’anni da John Fitzgerald Kennedy a Berlino: quell’“Ich bin ein berliner” che evocava in modo così efficace la vicinanza tra due popoli a dispetto delle differenze.
Il destino volle che Kennedy fosse anche lo stesso presidente con cui la rottura tra gli Stati Uniti e Cuba raggiunse uno dei suoi punti più bassi, specialmente con la fallita invasione della baia dei Porci. Un evento avvenuto a ridosso della nascita dell’attuale presidente americano, come Obama ci tiene a sottolineare per marcare la lunga quanto insensata durata di questa divisione. Che sia giunto davvero il momento di spazzare via una delle ultime eredità della guerra fredda? Continua a leggere Cuba – Il lungo disgelo →
Lo scorso novembre in un discorso all’Organizzazione degli Stati americani, il segretario di Stato John Kerry dichiarò ufficialmente la fine della dottrina Monroe, ossia l’influenza predominante degli Stati Uniti sull’emisfero occidentale. Con quelle parole Kerry, che non è nuovo ad affermazioni malinconiche del genere, ha semplicemente riconosciuto una situazione divenuta ormai impossibile da smentire alla prova dei fatti.
Dai sogni chavisti all’ascesa di Brasile ed Argentina, dal moltiplicarsi di alleanze regionali che tengono rigorosamente fuori Washington ai sempre più massicci investimenti cinesi nell’area sono solo alcuni degli elementi che dimostrano come il vecchio ‘cortile’ avesse iniziato da tempo a muoversi da solo. Guardando all’occorrenza a nuovi partner per costruire un nuovo equilibrio che favorisca entrambi a danno di quelli vecchi. Per un paese in cerca di una nuova collocazione come la Russia non ci potrebbe essere occasione migliore.
Continua a leggere Brasile, Argentina, Cuba – Putin guarda verso sud →
Ultimamente uno dei metodi più gettonati in Venezuela di ricompattare l’opinione pubblica è quello di comparire in televisione per annunciare un nuovo complotto contro la vita del presidente Nicolas Maduro. Durante questi drammatici annunci vengono mostrate anche le prove contro i sedicenti attentatori, come ad esempio le mail appartenenti a vari personaggi dell’opposizione come María Corina Machado, fondatrice dell’associazione civile Súmate, o Diego Arria, membro dello staff dell’ex presidente Carlos Andrés Peréz.
A causa di queste accuse molte persone sono finite subito in prigione o vengono etichettate come spie al servizio di Washington. Sembra tuttavia che molte delle mail in questione siano dei falsi clamorosi. Alcune di loro sarebbero state modificate ad arte da mail scritte anni prima, mentre in altri casi dai database di Google risulterebbe che non sarebbero state mai inviate. Che il rischio di “magnicidio” sia fondato o meno, esso impallidisce davanti alla pietosa situazione in cui versa l’intero paese.
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In questi giorni molti utenti cubani stavano aspettando con ansia il lancio di 14ymedio, il nuovo sito della blogger dissidente Yoani Sanchez. Secondo le intenzioni della giornalista cubana il sito avrebbe dovuto raccontare gli avvenimenti del suo paese senza dare un esplicita connotazione politica alle notizie. Ma le rassicurazioni della Sanchez non devono essere bastate al governo comunista di Raul Castro, che alquanto sembra è passato al contrattacco giocandogli un brutto tiro. Continua a leggere Cuba – Brutta sorpresa per 14ymedio →
Mariel, una piccola cittadina ad una quarantina di chilometri dall’Avana, meglio conosciuta per il capolavoro di Brian De Palma, Scarface. Da qui infatti sarebbe fuggito il celebre Tony Fontana, interpretato da Al Pacino, partecipando assieme a più di centomila altri cubani in quello che sarebbe stato ricordato come l’esodo di Mariel (1980). Adesso più di trent’anni dopo la città torna a far parlare di sé come il simbolo di una nuova grande alleanza regionale.
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L’ultima novità annunciata da Cuba potrebbe stravolgere uno dei tratti caratteristici dell’isola. Tra poco tempo sarà possibile acquistare un’automobile senza l’autorizzazione governativa, estendendo un mercato finora limitato solo al listino precedente all’embargo degli anni sessanta.
Addio dunque alle sgargianti Pontiac o Buick, alle vecchie Ford o Chrysler senza le quali le strade dell’Avana non sarebbero quelle che abbiamo imparato a conoscere? Forse visto che con l’attuale reddito medio dei cubani ci vorrà ancora un bel po’ di tempo prima di ritrovarli sommersi di Peugeot 208, Toyota Yaris, Opel Corsa e chissà quant’altro. Ma la strada imboccata dal fratello di Fidel per aprire uno degli ultimi regimi comunisti al mondo si profila abbastanza promettente. Continua a leggere Cuba – Le 300 riforme di Castro →
Curiosi dei nuovi mondi, lontani dalle facili scorciatoie perché la vita risplende proprio nella sua complessità