“Il mio nome è Ozymandias, re di tutti i re,
Ammirate, Voi Potenti, la mia opera e disperate!
Null’altro rimane. Intorno alle rovine di quel rudere colossale, spoglie sterminate..“.
Questo breve estratto dal sonetto di Percy Bysshe Shelley del 1818 ci fornisce un adeguato tracciato nell’analisi dell’ultima fatica di Ridley Scott, Alien: Covenant.
Il film è un sequel di Prometheus ma non si riaggancia al primo Alien. Questo secondo capitolo si poggia su una tematica cardine: la caduta di ogni sorta di divinità di fronte al potere e al libero arbitrio dell’intelletto. La creazione non è più quel mistero filosofico avvolto nell’oscurità ma è l’atto che sancisce l’affermazione di una superiorità di specie. Continua a leggere Alien Covenant: la caduta degli Dei