Avengers: Infinity War

La giustizia e la verità dipendono dal punto di vista?

Senza offrire spoiler particolarmente rilavanti se certamente lo chiedessimo a Thanos lui avrebbe la risposta.

Sovrappopolamento, risorse sempre più scarse e un’incapacità al limite della sociopatia ad accettare la motitudine e il disequilibrio sono le basi su cui poggiano motivazioni e contrasti interiori di un villain che si fa protagonista. Avengers: Infinity War, diciannovesima pellicola del Marvel Cinematic Universe e terza dedicata ai Vendicatori, pone le basi per uno stravolgimento del fin qui visto non soltanto diegeticamente (nella realtà finzionale del film) ma anche se confrontato con quello che il cinema ci aveva offerto.

Un crossover equilibrato, vibrante ed efficace capace di catapultare lo spettatore in una guerra senza sosta nella quale sono perfettamente mescolati momenti humor e approfondimenti sui personaggi. Anthony Russo e Joe Russo dimostrano una maestria eccezionale nel mettere insieme praticamente tutti i personaggi Marvel fin qui introdotti nel MCU contro il Titano pazzo, il despota Thanos.

L’obbiettivo del tiranno? Distruggere la metà della vita nell’universo. Un equilibrio tra vita e morte necessario secondo lui per mantenere inalterati gli equilibri, le risorse e consentire la prosperità delle vite rimaste. Il personaggio è davvero il protagonista, suo infatti è il punto di vista dell’azione e questo stravolgimento offre due occasioni: poter vedere all’opera tutti i supereroi (uniti contro di lui) senza avere necessariamente bisogno di dedicare più tempo ad uno piuttosto che ad un altro e approfondire gli aspetti di un “cattivo” a tratti fragile, coinvolto inaspettatamente anche in sentimenti contrastanti. Un lato umano del “male” che si distacca e di molto dagli stereotipi anni’80 offrendo una versione più verosimile, strutturata e completa della malvagità che a volte si tramuta o si maschera in una amore folle o in visionaria gentilezza. Le linee di confine tra bene e male finiscono per mescolarsi pur mantenendo un’identita propria dando allo spettatore qualcosa di più elevato qualitativamente e meno banale, sul quale costruire il proprio coinvolgimento nelle vicende del film.

A 10 anni dal primo capitolo del franchise Iron Man non c’era modo migliore per celebrare un universo che ha ancora tanto da offrire. Siamo rimasti molto soddisfatti, sopratutto dopo il recente Black Panther che non ci aveva destato particolari entusiasmi.

E ora in attesa di quello che viene ancora chiamato Avengers 4 in uscita il 3 maggio 2019 (abbandonata l’idea di una divisione in due parti nel senso classico) i prossimi appuntamenti Marvel sono il 4 luglio con Ant-Man e The Wasp e il 6 marzo 2019 con Captain Marvel.

 

 

1 commento su “Avengers: Infinity War”

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