Ci sono diverse ragioni per valutare discreto il nuovo film del Marvel Cinematic Universe diretto da Ryan Coogler.
Black Panther è ambientato poco dopo i fatti ci Civil War e riprende la storia di T’Challa (Pantera Nera) raccontandoci le sfide che lo attendono ora che è re del Wakanda al posto del suo defunto padre.
Per una volta iniziamo con le note stonate: una mal riposta fiducia nella computer grafica su tutti. Un elemento di cui i film Marvel stanno abusando nella ricostruzione di luoghi e ambientazioni, questo a volte rende ancora più “fittizio” il risultato finale non riuscendo a dare quel tocco di vera epicità alle scene più importanti. E se dobbiamo sottolineare da un lato la brillantezza del film, il suo ritmo in crescendo e un sottotesto di tematiche attuali come la condivisione di risorse e informazioni tra gli Stati, una maggiore attenzione verso una crescita sostenibile e la denuncia per una pari dignità dell’umanità, dall’altro sottolieamo la sua natura frettolosa, eccessivamente legata a luoghi comuni poco approfonditi.
Da notare soprattutto Chadwick Boseman e Michael B. Jordan l’uno contro l’altro in un vorticoso duello finale più vicino ad un videogioco (visivamente parlando) che a un film. Questo “risolviamo tutto con la CGI” non è paragonabile alla connessione narrativa dell’effetto speciale con la scena reale che ad esempio ha il primo Avengers. Lì c’era una struttura narrativa più forte e salda e tutto era al suo servizio, qui è l’esatto contrario. Da amanti del genere speriamo proprio che presto si possa invertire la rotta e tornare allo stile Fase 1.