Miss Peregrine, questa volta un Tim Burton a metà. Ecco la sensazione rispetto all’ultima opera del regista di Burbank.
La casa per bambini speciali di Miss Peregrine del 2011 scritto da Ransom Riggs è il romanzo da cui è tratto il film che funziona solo nella prima parte. Le vie dell’inconscio, dell’emarginazione e della mente sono percorse da Burton con la solita maestria e intelligenza ma finiscono per perdersi in un sentiero più commerciale. Questo finisce per creare un senso di superficialità e approssimazione che di fatto rovina l’atmosfera.
La storia è interessante e magistralmente raccontata fin quando mantiene quella sorta di mistero che la pone in una posizione a metà tra sogno e realtà, tra conscio e inconscio. Eva Green e Samuel L.Jackson sono le star indiscusse ma anche loro sembrano perdersi nella fretta del finale. E questo è un altro difetto: avviene un’accelerata troppo repentina al ritmo, questo da vita ad un senso di smarrimento e ad una sommaria comprensione della storia. Il grande Tim ci ha insomma abituato a film migliori ma non perdete questa pellicola. Una doppia visione potrebbe far apprezzare le tante sfaccettature: la via infinita dell’eterno emarginato è appena cominciata …