Siamo al terzo atto del DC Comics Cinematic Universe, è arrivato Suicide Squad.
Dopo la presunta morte di Superman e un Batman molto impegnato ad allestire una misteriosa squadra l’umanità ha di nuovo bisogno di aiuto. Ecco allora un’improbabile squadra di antieroi con il compito di salvare il mondo.
David Ayer dirige un film coraggioso, dai toni più marcati e meno censurati rispetto a quell’universo Marvel con cui sta facendo i conti la DC Comics. Questo stile più acre era già evidente nel precedente Batman v Superman che qui trova un seguito coerente. Questa differenza ribalta alcuni dei canoni rendendo il film meno bello sul piano convenzionale ma più rude ed efficace.
Una versione oscura del concetto di eroismo, una storia di antieroi che ci piace. Suicide Quad è per certi versi una pellicola controcorrente e contro la moda del momento. Niente morale, niente luce ma solo una fioca speranza nelle mani dei peggiori criminali della terra.
Unica nota stonata di questo nuovo corso DC Comics rimangono i villain: in nessuno dei tre film si è riusciti, Lex Luthor a parte, a presentare al pubblico un villain di grande spessore e carisma che tenesse testa agli eroi, o in questo caso agli antieroi, del momento. Zod, Doomsday e l’Incantatrice non sono stati all’altezza delle aspettative.
E il Joker? Dopo le interpretazioni di Jack Nicholson e Heath Ledger ora tocca a Jared Leto: l’attore ci regala una performance molto originale del personaggio, un Joker edonista, totalmente sregolato e soprattutto innamorato. Una terza versione che si differenzia in modo netto dalle interpretazioni del passato. Alla follia del primo, al caos del secondo, aggiunge magistralmente un personaggio carico di individualismo senza regole che ne fanno un’originale e indomabile versione contemporanea.