Mentre in Europa ci si accalcava tra i binari di Budapest, la tua famiglia sperava che oltre quelle acque impetuose vi fosse prima o poi un sicuro approdo.
Mentre in Europa si marchiavano le persone riportandoci alla mente tristi memorie, i tuoi cari pensavano che la paura della guerra fosse ormai solo un brutto ricordo.
Mentre in Europa certa gente dietro uno schermo strillava seduta su una poltrona e un salotto ben curato, dicendo di parlare a nome di loro più poveri consanguinei, una marea più silenziosa ma non meno feroce ti strappava via una vita di cui eri appena diventato consapevole.
Sembra che dormi e invece sei la testimonianza di un mondo che forse sta diventando troppo cinico e incattivito per comprendere il vero dolore che sta dietro a tante inutili parole.
Una tragedia umana che facciamo fretta a dimenticare e che tu in quella immagine allo stesso tempo apparentemente dolce e terribilmente straziante ci chiedi di ricordare, nella speranza che gli animi dei potenti si decidano veramente a fare qualcosa. Ciao, piccolo Aylan.