Alla fine ci è scappato il primo morto e vista la tensione potrebbero essercene anche degli altri. Sta degenerando sempre di più la protesta del clan sciita degli Houthi, che da settimane si sono piazzati a migliaia nella capitale Sanaa per chiedere al governo le sue dimissioni e il ripristino dei sussidi per il carburante.
Nonostante i manifestanti avessero adottato metodi di protesta non violenti, ossia di disobbedienza civile simboleggiata dai nastri gialli che indossano, le forze dell’ordine hanno reagito nel peggiore dei modi. Perché tanta ferocia nei confronti degli Houthi?
Gli Houthi, che prendono il nome dal loro leader Hussein Badreddin al-Houthi, sono un gruppo politico residente prevalentemente nel nord-ovest dello Yemen che mira ad ottenere maggiore autonomia dal governo di Sanaa, accusato di discriminazione nei loro confronti.
Purtroppo le due parti invece di trovare un punto d’accordo preferiscono accusarsi a vicenda di essere gli agenti di potenze straniere: da un lato gli Houthi servirebbero l’Iran, mentre il governo centrale farebbe il gioco dell’Arabia Saudita, guarda caso i due maggiori competitor della regione mediorientale.
La situazione è peggiorata soprattutto dopo la rivolta del 2011, che ha portato alla caduta del presidente Ali Abdullah Saleh (uno sciita come loro) e ha aperto la strada ad una lotta intertribale già latente dai tempi della riunificazione dello Yemen negli anni Novanta.
Da allora gli Houthi hanno approfittato della debolezza del governo centrale per consolidare il loro controllo nelle regioni settentrionali di Saada, Amran, Jawf e Hajjah. Ciò li ha resi di fatto un’entità autonoma che l’esercito non esita a contrastare anche con raid aerei, com’è successo proprio in questi giorni contemporaneamente alle proteste di Sanaa e con un bilancio ben più pesante di tredici morti.
Nella capitale invece gli agenti dopo aver inutilmente cercato di disperdere la folla – un fallimento che è costato il posto al capo delle forze speciali – si sono messi a sparare ai manifestanti, uccidendone uno o due e ferendone molti di più.
Il braccio di ferro tra le due fazioni solleva più di un interrogativo sulla tenuta dello Yemen. Riuscirà il governo di Sanaa a tenere sotto controllo il malcontento Houthi e se sì lo farà con giustizia o altri spargimenti di sangue? Oppure la guerra intertribale trasformerà il paese in una Libia araba o nell’ennesima proxy war tra Arabia Saudita e Iran?
P.S.
Una curiosità. Già in passato c’è stata un’altra ribellione che ha avuto a che fare con i nastri gialli. I cultori della storia cinese o gli appassionati di Dynasty Warriors probabilmente sanno già a cosa mi riferisco.
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