Libia – Il fantasma di sabbia

libiaA quasi tre anni dalla morte del sanguinario Gheddaffi non si ferma la decomposizione della Libia come stato. Dopo la fuga in massa degli ambasciatori da Tripoli è stata la volta del governo, che ha spostato tutti gli uffici e ministeri nella città orientale di Tobruk, ricordata ai più per esser stata assediata nella seconda guerra mondiale dal celebre generale tedesco Erwin Rommel.

Oggi non c’è più la svastica o i panzer a minacciare questa città, ma una galassia di miliziani che con le loro mitragliatrici, razzi e pick up hanno lentamente ma inesorabilmente tolto il tappeto da sotto i piedi delle autorità libiche. E la sfida da combattere per quest’ultime diventa ogni giorno più insormontabile.

Il nuovo Parlamento eletto a giugno non ha mai avuto vita facile e questo non solo per colpa dei guerriglieri che hanno preso possesso della capitale, aeroporto e sede delle maggiori compagnie petrolifere comprese. A dargli man forte ci pensa l’ex Assemblea parlamentare che invece di cedere il posto alla nuova Camera eletta a giugno è passata al contrattacco per rivendicare a sua volta il diritto di governare.
A contrastare questa curiosa alleanza di parlamentari ostinati, feroci soldati e fanatici islamisti ci pensa l’alleanza di Zintan, più vicina al nuovo governo e al generale Haftar, noto per aver più volte annunciato di voler “salvare il paese” di sua iniziativa.

Il personaggio in fondo non dispiacerebbe troppo agli Usa che lo hanno ospitato fino al crollo della Jamariyya, magari per avere un al-Sisi libico che tenga insieme i cocci prima che si sparpaglino da tutte le parti. L’attuale divisione politica si ripercorre infatti lungo le regioni della Tripolitania e della Cirenaica, dove il sentimento di andare ognuno per la propria strada è più forte che mai.

Con l’Africa subsahariana che ribolle la disintegrazione della Libia sarebbe una pericolosa valvola di sfogo per queste tensioni. La comunità internazionale tuttavia invece di assumersi una vera responsabilità oscilla tra l’apatia e la disillusione. Ciò per via delle attuali divisioni tra le maggiori potenze, ma anche perché l’Occidente, amareggiato da uno dei suoi più colossali fallimenti strategici nel mondo arabo, è riluttante a sporcarsi nuovamente le mani per una causa che sente perduta.

 

 

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...