Apes Revolution: intelligenza, lato oscuro e perdono

Apes-Revolution-Il-pianeta-delle-scimmie-sequel-firmato-Matt-Reeves-Trailer_h_partbDove inizia la scimmia e finisce l’uomo?

Nelle sale da oggi Apes Revolution, il secondo capitolo del reboot del Pianeta delle Scimmie diretto da Matt Reeves che sostituisce Rupert Wyatt.

Quindici anni dopo la rivolta delle scimmie, divenute senzienti in seguito alla creazione del T-113, un virus per combattere l’Alzheimer che aveva causato la quasi completa estinzione del genere umano, Cesare guida il suo popolo nelle vicine terre intorno a San Francisco creando una colonia nella foresta di sequoie del Muir Woods. Dopo un primo incontro con alcuni uomini sopravvissuti e in cerca di energia per la città, Koba, sfiduciato dai comportamenti del tollerante Cesare nei confronti di queste persone, decide di tradire il suo leader e scatenare una guerra totale contro il genere umano.

La pellicola pur mantenendo intatti alcuni dei canoni classici della saga del Pianeta delle Scimmie è in realtà una rilettura che esalta e approfondisce il concetto di anima. Le scimmie, che da sempre si erano ritenute migliori dei loro “cugini” umani, scopriranno il loro lato oscuro che pur nelle loro differenze le muoverà con le stesse ancestrali motivazioni.

Quest’analisi dell’animo umano è anche facilitata dalla ripulita che questi reboot hanno compiuto nei confronti della storia originale: non più tendenze fantascientifiche, tipo viaggi spaziali o viaggi nel tempo, ma una storia mirata ad approfondire il tema dell’intelligenza e dell’uso che di essa si fa.

Il protagonista Andy Serkis è chiaro: “Non è un film politico, ma una vicenda che parla di umanità, solidarietà, e soprattutto necessità di perdonare, unico modo per vivere in un mondo pacificato”.

PLANET-APES_70x100_TEASEREd è infatti il perdono il cardine centrale della storia: un’aspetto nel quale scimmie e uomini sembrano davvero separarsi e incontrarsi allo stesso tempo. Cesare, il capo indiscusso dell’esercito dei rivoltosi, è in realtà un leader che fa del perdono la sua forza ritenendolo il fulcro della pace. Nella pellicola questo è descritto con molta attenzione e phatos attraverso un carattere di drammaticità ben sottolineato negli scontri con Koba incapace di perdonare e tollerare.

Unico neo di questo episodio Gary Oldman che non è sembrato perfettamente a suo agio nel ruolo del leader della “resistenza” mondiale. Ottimo invece Jason Clarke.

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