Fede, passione e morbose ossessioni. La Madre diretto da Angelo Maresca, al suo primo lungometraggio, è un viaggio approfondito e desolato nell’anima umana.
Paolo, un giovane sacerdote ossessionato da una madre troppo presente, vive una vita dissoluta a metà strada tra fede e peccato. La spiritualità, l’amore, il sesso e l’insicurezza lo porteranno presto a vivere sensazioni contrastanti.
In uscita oggi, il film, enfatizza soprattutto il lato più erotico del trasgressivo e del proibito e ci racconta con sobrietà alcune problematiche sociali da sempre nascoste. Tratto dal romanzo breve del premio Nobel Grazia Deledda il film ha come scenografie i paesaggi dell’Eur, un noto quartiere di Roma.
Questi edifici così significativi emanano quel senso di vuoto e di rigidità in cui Paolo è ufficialmente costretto a vivere. Barriere imposte dalla madre e dall’abito che porta sono metaforicamente rappresentate da questi edifici slanciati, bianchi e rigidi. Questa scenografia, una vera e propria protagonista, è l’incarnazione di questo vuoto, di questa desolazione di sentimenti.
L’isolamento di Paolo, la lotta di sua madre con fantasmi interiori e la tentazione sono i tre cardini della storia.
Flavia Parnasi che produce il film ha dichiarato: “Con il regista abbiamo deciso di trasporre la storia del 1930 ai giorni nostri, dando maggiore enfasi alle tensioni erotiche del romanzo”.