La Luna su Torino: una profonda leggerezza

La luna su TorinoTutti possono essere felici. La precarietà esistenziale di una generazione senza obbiettivi nella quale possono ancora esistere amicizia e affetto. Questo il tema di La Luna su Torino diretto da Davide Ferrario al cinema dal 27 marzo.

Torino. La città posta sul quarantacinquesimo parallelo, un luogo sulla via che conduce in Mongolia, dove distanze e differenze esistono solo nella nostra mente. Tre giovani Ugo, Maria e Dario vivono insieme e dividono le spese di una grande casa lasciata in eredità a Ugo. Tre caratteri, tre modi diversi di vedere la vita e le relazioni. Ugo è un quarantenne che non ha mai concretizzato nulla, Maria è una dipendente di un’agenzia di viaggi che cambia idea ogni giorno e Dario uno studente di lettere che si è parcheggiato all’università. Ognuno di loro alla disperata ricerca della felicità. Ma a tutto questo si aggiungerà il fatto che a Ugo sta per perdere la casa…

La Luna su Torino racconta di una catastrofe incombente ma lo fa con leggerezza. Non soltanto ci racconta di una generazione di giovani che vivono ormai una realtà post ideologica ma ha l’ambizione non troppo dichiarata di scavare le vie dell’egoismo e dell’insoddisfazione che sono pilastri di questi giovani. Con una grande capacità di veicolare le giuste emozioni il film vola alto nel cercare un modo di affrontare il disastro culturale dei nostri tempi.

Il regista a riguardo ha dichiarato: “Come essere umano e intellettuale, di fronte alla catastrofe culturale e civile che incombe, sento che una maniera di reagire è usare la levità. Nel film non è che non si trattino temi importanti, a cominciare dalla classica domanda sul nostro posto nel mondo. Ma vorrei che il tono con cui sono trattati fosse come la mongolfiera su cui Ugo sale a un certo punto: una cosa ancora più leggera e inconsistente dell’aria, ma proprio per questo capace di volare in alto”.

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