Oggi, anche un pirata si accorgerebbe che è un trucco.
Ma nel 1985 I Goonies stupirono il mondo. Un film semplice e spensierato, a tratti ingenuo, quello girato da Richard Donner, sotto la supervisione di un certo Steven Spielberg.
Certamente la disillusione di oggi e l’incapacità di sognare non gli permetterebbe lo stesso risultato. Questo film prese parte a quella grande stagione nella quale, quasi 30 anni fa, il contesto ammetteva ancora uno spazio per vivere con “onirica” e ingenua speranza: gli anni’80.
La CGI a quel tempo era scarsamente utilizzata e non era ancora totalmente sviluppata, questo consentiva (e obbligava) uno sforzo dinamico volto a ricreare dal vero gli ambienti che si erano pensati in fase di sceneggiatura. Il vero e proprio esercizio di creazione rendeva le pellicole estremamente realistiche, o se vogliamo, ingenuamente fantasiose.
Il risultato? Il fascino della fantasia che lo stesso spettatore doveva mettere in campo le rendeva coinvolgenti. Se lo confrontate alla perfezione tecnica di oggi quel viaggio catartico non è più possibile.
L’utilizzo inappropriato ed eccessivo della CGI (come nell’ultima trilogia dello Hobbit) ci ha consegnato tecniche perfette ma risultati visivi piatti e ripetitivi, capaci di lasciare quel senso di artificiosità.
Questo il grande limite che ha spezzato l’incanto dei vecchi film. Oggi forse neanche Willy L’Orbo rigirerebbe questo film. A dimostrazione di questo clima smarrito c’è il fatto che il sequel non è mai andato in porto nonostante svariati tentativi. Per fortuna…
il vangelo